Azzate, la resa dei conti Che sarà degli sfrattati?

AZZATE Il conto alla rovescia è agli sgoccioli: il 31 dicembre, infatti, scade il termine degli accertamenti sulle istanze presentate nei mesi scorsi in tribunale dai residenti e dai domiciliati del residence “I Sette Laghi” di Azzate. Si attende l’esito delle verifiche e le successive notifiche del tribunale per capire con precisione quante istanze saranno state effettivamente accolte dall’autorità giudiziaria. Stiamo parlando di una settantina di persone.

L’area è sottoposta a sequestro, per presunti abusi edilizi, dallo scorso mese di settembre: da quel momento nessuno, a parte i residenti e i domiciliati, ha potuto accedere alla struttura. Pochi mesi fa gli abitanti, per poter continuare a vivere all’interno dell’area sequestrata, hanno dovuto compilare una precisa istanza che nel frattempo è passata sotto la lente di ingrandimento del pm Massimo Politi e del custode Alberto Speroni.

A breve dovrebbero essere notificati gli esiti: ogni abitante dovrebbe, quindi, sapere molto presto se potrà continuare a soggiornare nell’area sequestrata oppure no. Tanti o pochi, per il momento non si sa. «Speriamo di saperlo presto – dice il presidente della società, Alessandro Scandroglio – ovviamente si tratta di una situazione che crea molta preoccupazione e non potrebbe essere altrimenti. L’auspicio – aggiunge il presidente – è che anche in caso di istanze respinte prevalga il buonsenso. Non credo che dall’oggi al domani si possa mandare via una persona. La richiesta è che si attenda almeno l’esito della sentenza in ambito di procedimento penale. Il termine fissato era del 31 dicembre, credo che nei prossimi giorni si saprà qualcosa di più. Magari si riesce a sapere qualcosa anche prima del 31 dicembre».

Nel frattempo ieri mattina, come anticipato pubblicamente dagli avvocati difensori del “Sette Laghi”, Alberto Zanzi e Fabio Ambrosetti, è stata notificata la richiesta di messa in mora, ossia la richiesta risarcitoria pari a 15 milioni di euro contro il Comune di Azzate. Una richiesta che era stata approvata in assemblea quasi all’unanimità dai soci e dagli utilizzatori dell’area sottoposta a sequestro. Il sindaco Gianni Dell’Acqua per il momento ha preferito evitare di entrare nel merito della vicenda. «Prima di esprimere un giudizio chiaro sulla questione – dice – credo sia più corretto avere davanti il provvedimento. Nel momento in cui ne avremo la disponibilità capiremo come muoverci e potrò prendere una posizione ufficiale».

b.melazzini

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