Azzate, pochi soldi da Roma L’asilo ora rischia di chiudere

AZZATE «Sono preoccupato per la situazione dell’asilo nido comunale. I problemi economici dei piccoli Comuni ormai sono noti a tutti e a essere danneggiati sono molto spesso anche servizi importanti. Il rischio è che se non arriveranno trasferimenti dallo Stato, aumenteranno ulteriormente le difficoltà dell’asilo nido. Faremo tutto il possibile per andare avanti, ma i problemi ci sono».
Asilo nido comunale a rischio chiusura? Il sindaco di Azzate, Gianni Dell’Acqua, ha preferito evitare parole drastiche,

ma è lui stesso a certificare una situazione di grave crisi economica che potrebbe portare all’epilogo più negativo. Con grande trasparenza il primo cittadino ha messo la cittadinanza di fronte alla situazione spiegando pubblicamente gli scenari che potrebbero aprirsi. Scenari che potrebbero prevedere anche l’apertura sul territorio di altre realtà private che potrebbero sostituire l’asilo nido comunale. Le parole del sindaco di Azzate non sono tranquillizzanti ma l’amministrazione è al lavoro per tentare di salvare la struttura percorrendo ogni strada possibile. Dopotutto si tratta di un servizio importante, destinato ai bambini di età compresa tra zero e tre anni, che al momento si occupa di 16 piccoli. «Ogni anno – spiega il primo cittadino – concediamo all’asilo un contributo di centomila euro a cui ne vanno aggiunti altri ottantamila in caso di avanzo di amministrazione. In questo momento non è possibile alzare il contributo in favore della struttura educativa». Si riducono i trasferimenti da parte dello Stato, il Comune non intende aumentare il proprio contributo. E così l’unica fonte di entrata resta quella relativa alle rette dei piccoli ospiti. «In questo momento – argomenta Dell’Acqua – la retta costa trecento euro al mese per ciascun bambino. Da un primo calcolo che abbiamo realizzato, per riequilibrare la situazione si dovrebbero innalzare le rette da 300 a circa 500 euro. Si tratterebbe di un aumento consistente e mi rendo perfettamente conto che per molte famiglie sarebbe un grande sacrificio. Il primo passo è quello di analizzare in modo dettagliato lo stato economico in riferimento ai trasferimenti e alle altre previsioni di entrate comunali. Dopodiché incontreremo i genitori per illustrare la situazione». In caso di chiusura sono pronte alternative di natura privata: «Sia a Buguggiate, sia ad Azzate – conclude Dell’Acqua – dovrebbero presto sorgere strutture che andrebbero a rispondere alle esigenze della cittadinanza».

b.melazzini

© riproduzione riservata