AZZIO Sarà un po’ come la casa dei tre porcellini, per rendere l’idea, e sarà tutto varesino, il primo edificio produttivo in Italia ad essere al 100 per cento eco compatibile.
Anche perché, fondamenta a parte, il nuovo caseificio dell’azienda agricola “Al Mulino” sarà realizzato in paglia. Incredibile ma vero.
I muri saranno costruiti con balle di fieno spesse ottanta centimetri e infine intonacati per garantirne l’isolamento. Sorgerà in una sola settimana. In più, l’edificio sarà tutt’altro che a rischio di cascare a terra con un colpo di vento: la tipologia di struttura è considerata tra le migliori soluzioni antisismiche conosciute.
Idea di due giovani e intraprendenti coniugi dell’Alto Varesotto, Valeria Ciglia e Marco Pianezza, rispettivamente classe 1975 e 1972. «È un “cubotto” carinissimo che ci abbiamo messo quasi due anni a farci progettare. Ne parlo come fosse un figlio da quanto mi affascina», ci racconta la creativa protagonista del primato nazionale.
Tutto nasce dall’intenzione di allargare l’attività con un caseificio, dopo che negli anni scorsi lei e il marito si erano buttati nel business del latte di vacca prima e del latte di capra poi, fino a diventare uno tra i più importanti rifornitori quotidiani della cooperativa Latte Varese. Ora che sono andati a regime anche con il latte di capra, novità del 2011 della cooperativa varesina, hanno deciso di chiudere la filiera produttiva.
Per costruirsi il caseificio però non volevano cementificare. Così hanno cercato ovunque, sia tecniche sia professionisti in grado di trasformarle in progetti e poi in opere, e ci sono riusciti: il loro edificio sarà il primo non abitativo costruito con la tecnica “Nebraska” (dal luogo di provenienza). Tra l’altro, sarà sfruttato per produrre formaggio dop varesino, inclusa l’ormai celebre formaggella del luinese.
«Inizieremo a posarlo giovedì», racconta Valeria Ciglia, «dovrebbe essere montato per il giovedì successivo. È tutto fatto su misura, c’è una struttura portante in legno ed enormi balloni di paglia al posto dei mattoni». Solo le fondamenta sono fatte in cemento, per garantirne la stabilità, e la paglia a fare le veci dell’argilla sarà intonacata.
Le finiture interne, comunque necessarie, saranno in carton gesso e materiali naturali, con l’eccezione della vetrata rivolta a Sud, unica apertura nelle pareti che serve a scaldare l’interno nei mesi invernali.
Sulla copertura, che sarà piana, semineranno un prato verde. «L’impatto estetico è eccezionale e l’edificio ha dei vantaggi incredibili – racconta l’ideatrice – costa circa mille euro al metro quadro e ha spese di gestione nulle: bastano una candela per scaldarlo o un ghiacciolo per raffreddarlo».
Proprio il microclima interno lo rende incredibilmente adatto alla produzione di latticini e formaggi. «È una struttura particolare, la temperatura resta costantemente tra i 18 e i 20 gradi sia in estate che in inverno. Abbiamo dovuto farla digerire alle amministrazioni comunali e all’Asl ma hanno fatto tutte le indagini del caso e non ci sono stati problemi», spiega, anticipando la partenza dell’attività prima di Natale.
j.bianchi
© riproduzione riservata