Nessuna autorizzazione ad effettuare intermediazione di lavoro. Associazione a delinquere, truffa, estorsione, minacce e violenza privata. Questi i capi di imputazione a carico dei cinque indagati al termine dell’indagine condotta dalla squadra mobile della questura di Varese e dal nucleo ispettorato del lavoro dei carabinieri e coordinata dal pubblico ministero Sabrina Ditaranto. Sotto sequestro l’agenzia Priva tAssistenza di Gavirate: i sigilli sono stati apposti poche ore fa.
Sotto inchiesta sono finiti i tre titolari delle agenzie coinvolte (oltre a Gavirate, nelle indagini compaiono anche le sedi di Gallarate e Azzate, quest’ultima però chiusa quasi immediatamente) e due donne romene. Parliamo di un “traffico” di badanti “importate” dalla Romania e poi messe a fare assistenza ad anziani e disabili in case private con contratti irregolari (in molti casi addirittura in nero). Circa 150 donne per un business che ai cinque sodali fruttava tra i 60 e i 70 mila euro al mese. Un giro d’affari che pare andasse avanti dal 2009. «Non solo – ha precisato Silvia Carrozzo, primo dirigente della Mobile varesina – Le agenzie trattenevano la metà dello stipendio versato alle lavoratrici. Era l’agenzia stessa a pagare le badanti dopo aver ricevuto il denaro dalle famiglie nelle quali queste lavoravano. Di quanto versato trattenevano quasi la metà».
© riproduzione riservata