BUSTO ARSIZIO «Prima il Nord nel cinema, perché no?». Al Baff per presenziare alla serata finale e ritirare il premio come miglior attore di fiction tv, Michele Placido s’improvvisa leghista e lancia una provocazione al movimento guidato da Roberto Maroni. «Qui governa la Lega, vero?» chiede al sindaco Gigi Farioli nel corso della conferenza stampa alle “Robinie”. «Ecco, allora un consiglio che do alla Lega Nord, che spesso si batte contro il canone Rai –
la provocazione dell’attore di origine pugliese – piuttosto che dire di non pagarlo, dovrebbero chiedere di utilizzarne una parte per finanziare i prodotti culturali del Nord, tra cui il cinema, per evitare che i fondi si perdano nei circuiti perversi dei giri politici. Se almeno una quota degli introiti del canone, ad esempio il 15%, fosse destinata a finanziare le produzioni delle scuole di cinema di Milano, Torino e Busto Arsizio, si potrebbero creare grandi opportunità di sviluppo per la produzione cinematografica al Nord. Per chi come me è del settore andrebbe bene, perché se ci fosse un centro produttivo forte vicino a Milano sarebbe tutto di guadagnato».
Insomma, dopo i tentativi di lanciare un “nuovo cinema padano”, operati negli scorsi anni da Umberto Bossi (un esempio è stato il kolossal “Il Barbarossa” di Renzo Martinelli), il nuovo leader leghista Roberto Maroni trova un insospettabile consigliere che declina in ambito televisivo/cinematografico lo slogan “prima il Nord” e il principio del mantenimento sul territorio di una parte del gettito fiscale, in questo caso quello del canone Rai. Ripercorrendo i panni di Michele Spagnolo, l’onorevole che Placido interpreta in “Viva l’Italia”, non può mancare un accenno alla rielezione di Giorgio Napolitano alla presidenza della Repubblica: «Non sappiamo più a che santo votarci» ammette l’attore.
Andrea Aliverti
b.melazzini
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