– Il primo cittadino ha convocato ieri sera il consiglio del consorzio, dove siedono i sindaci dei Comuni aderenti all’unione di polizia locale, ai quali ha pronunciato un duro discorso. Dopo aver ricostruito con dovizia di particolari la vicenda giudiziaria in concorso con l’ex comandante , che gli è costata gli arresti domiciliari, revocati alcuni giorni fa, il presidente dimissionario si è rivolto ai suoi colleghi del consorzio.
«Il mio grande rammarico – ha detto Ballardin – se così lo posso definire in forma di eleganza in tutta questa vicenda, è quella di non avere visto un comunicato congiunto dagli organismi dell’Unione dei vigili del Medio Verbano, che esprimendo solidarietà all’uomo e a questo stato di cose, che riguardava la situazione della cassa economale di cui tutti i sindaci ben conoscono i contorni e non le erogazioni delle Pro Loco di cui è
accusato Bezzolato, evidenziasse l’assoluta buona fede e la differenza che esiste tra il ruolo di presidente e la mia carica di sindaco di Brenta». In queste settimane, su decisione del consiglio dell’Unione, il consorzio è stato retto dal vicepresidente , sindaco di Casalzuigno. Il primo cittadino di Brenta è andato avanti deciso come un fiume in piena, togliendosi altri sassolini dalla scarpa. «Un comunicato che ritenevo un atto necessariamente dovuto – ha affermato Ballardin – in primo luogo per fare chiarezza sul ruolo che in questo caso veniva strumentalmente equivocato tra le funzioni esercitate e in secondo luogo, per esprimere, anche in forma sintetica, non vincolante e soggetta a possibili coinvolgimenti di immagine o di onesta espressione, una condizione di solidarietà e di vicinanza amministrativa». Nel suo intervento davanti ai colleghi, l’ormai ex presidente del consorzio ha ricordato di essere «l’ultimo arrivato nella gestione di una complessa fase dell’Unione».
Nonostante questo, nessuna solidarietà pubblica è arrivata da parte dell’Unione dei sindaci. «Ho un grande rammarico personale, dovuto, permettetemi di dirlo – ha continuato Ballardin – alla vostra incapacità, in particolare dei sindaci della giunta dell’Unione, di esprimere solidarietà nei miei riguardi, attraverso un documento pubblico, al di là di atti individuali che ho apprezzato; vi auguro di non vivere quanto capitato a me, nel qual caso non vi farò mancare la mia solidarietà».