MILANO – Il gup di Milano, Alberto Carboni, ha trasmesso alla Corte di Cassazione gli atti sulla banca svizzera Cramer & CIE S.A., accusata di riciclaggio per aver messo in piedi un “servizio” di trasferimento del denaro di evasori fiscali italiani “estero su estero”. I giudici della Suprema Corte dovranno sciogliere la questione di competenza territoriale sollevata dal difensore Paolo Siniscalchi, che chiede di spostare il procedimento da Milano a Busto Arsizio.
Nel procedimento, nato dall’inchiesta del pm Paolo Storari che vede imputati i fratelli Massimo ed Emilio Bosia, ex dirigenti della banca di Ginevra, e che nel 2022 portò a disporre il sequestro di 23,5 milioni di euro a Cramer e a una seconda banca svizzera che nel frattempo ha patteggiato, si contesta un “collaudato sistema di riciclaggio” di denaro proveniente da frodi fiscali con al centro la figura del procacciatore d’affari Giancarlo Cervino, già condannato in via definitiva per associazione a delinquere e riciclaggio.
Nella fase in cui cominciava lo scambio di informazioni bancarie Svizzera-Italia, avrebbero fatto aprire ai clienti italiani delle filiali di Lugano conti in banche di Nassau garantendo il “prelievo in contanti” e successivo “trasferimento”. I giudici della Suprema Corte dovranno decidere se sposare la linea difensiva e spostare il procedimento a Busto Arsizio, dove è avvenuta la prima dazione di denaro poi occultato, o a Milano dove è avvenuta l’ultima.