Banche/ Marcegaglia contro tassa europea:Pagherebbero i clienti


Bruxelles, 22 giu. (Apcom)
– La presidente di Confindustria, Emma
Marcegaglia, ha ribadito oggi a Bruxelles la sua contrarietà alla
raccomandazione del Consiglio europeo di giovedì scorso, di
introdurre in tutti gli Stati membri una tassa sulle banche per
farle partecipare ai costi della crisi. “In Italia, dove sono giù
molto alte le tasse sia sulle banche che per le società,
significherebbe un immediato aumento deli spread e delle
commissioni a carico dei clienti e delle imprese”, ha detto
Marcegaglia incontrando alcuni cronisti a margine della sua
visita odierna alla Commissione europea.

La numero uno di Confindustria si è detta contraria anche alla
proposta della Commissione di usare il prelievo sulle banche per
finanziare un fondo per la risoluzione delle crisi (ovvero per
garantire che eventuali fallimenti degli istituti di credito
avvengano in modo ordinato e non catastrofico). “Sarebbe come
dire: creiamo un fondo adesso per la prossima crisi, facendo
pagare i lavoratori e le imprese”, ha osservato.

Quanto all’altra decisione del Consiglio europeo, che chiede ai
paesi Ue di farsi promotori al G20 di una tassa sulle transazioni
finanziarie internazionali, la presidente di Confindustria ha
ricordato che “al G20 non vogliono neanche sentirne parlare”, e
che quindi “il timore è che si faccia solo al livello europeo”.
In questo caso, ha avvertito Marcegaglia, “il rischio è che ci
facciamo ancora del male (come per le politiche climatiche, di
cui aveva parlato in precedenza, ndr), favorendo altre parti del
mondo”.

Secondo la presidente di Confindustria, servirebbero più regole,
e non più tasse. “L’Ue – ha detto – parla sempre di tasse, e
invece occorrerebbero soprattutto regole condivise e regolatori
credibili che le applichino concretamente”.

Marcegaglia ha anche accennato a ‘Basilea III’, la riforma in
corso di discussione delle regole internazionali sui requisiti di
capitalizzazione delle banche. “Basilea III – ha osservato – va
bene, ma solo se sarà introdotta gradualmente, perché siamo
ancora in una fase di riduzione del credito. Ma a medio termine è
giusto che il sistema bancario sia meglio capitalizzato”.

La presidente di Confindustria ha poi confermato la sua
opposizione all’idea (sostenuta da una parte della Commissione e
da alcuni Stati membri) che l’Ue aumenti unilateralmente i propri
obiettivi di riduzione dei gas serra per il 2020, portandoli dal
20 al 30 per cento (rispetto al 1990).

Marcegaglia, inoltre, ha espresso la sua preoccupazione per
l’annunciata proposta di una ‘carbon tax’ europea, che dovrebbe
rimodulare le tasse esistenti sull’energia, facendo pagare di più
le fonti che emettono più gas serra. “La nostra posizione è
chiara: è una proposta che spaventa, e che potrebbe tradursi in
un disincentivo a investire nell’Ue”, dirottando gli investimenti
in altre aree del mondo, ha concluso.

ALE

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