Londra, 15 lug. (TMNews) – Una decina di bocciature, forse
quindici, su 91 banche totali: sono queste per la maggiore le
attese degli analisti sui nuovi stress test nel settore bancario
europeo, i cui risultati verranno pubblicati oggi a mercati
chiusi. Una vigilia in cui alcune piccole istituzioni non hanno
resistito alla smania di mettere le mani avanti. Come la cassa
regionale tedesca Helaba, che ha anticipato la sua bocciatura ma
ha polemicamente aggiunto di non capirne le ragioni. Tra il
polemico e l’ambiguo poi due banche regionali spagnole, la Banco
Pastor e la CatalunyaCaixa, che hanno detto di aver superato la
simulazione ma contestandone alcuni parametri.
Per le italiane non ci dovrebbero essere problemi, visto che a più riprese il governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, ha rassicurato dicendosi certo che supereranno con margini significativi i parametri chiave delle prove. Fiducioso, sull’esito dei test per le italiane, anche lo stesso presidente dell’Abi Giuseppe Mussari.
Queste simulazioni, che sono state supervisionate dalla European Banking Authority, ente che ha sede a Londra, si propongono di valutare le capacità di resistenza delle banche in uno scenario di circostanze ipotetiche avverse protratte per circa un biennio. Si vuole accertare se dispongano di patrimonializzazioni sufficienti a superare senza finire in affanno situazioni di stress, appunto. Nel mirino i coefficienti di capitalizzazione di base che in prospettiva dovranno aumentare per quanto previsto dalla riforma globale del settore, Basilea III. In caso di responso negativo, le banche verranno sollecitate a provvedere a rafforzare i loro patrimoni. Nella simulazione sono coinvolte 891 banche che rappresentano il 65 per cento degli attivi nel settore europeo.
Il problema è vedere quanto credito i mercati accorderanno a questo esercizio, dopo che la sua prima tornata, un anno fa, aveva avuto inattesi risvolti grotteschi. Le banche dell’Irlanda erano state promosse, ma pochi mesi dopo si scopriva che le voragini di bilancio che nascondevano – passate in cavalleria sotto il naso degli stress test – erano talmente grandi da far finire in crisi di bilancio tutto il paese, mentre Dublino, dovendo salvarle, ha finito a sua volta per chiedere gli aiuti di Ue e Fmi. Insomma, una certa diffidenza sarà da mettere in conto.
Gli stress test non conterranno l’ipotesi di una insolvenza sui pagamenti della Grecia, tuttavia dovrebbero fornire chiare indicazioni sulle esposizioni degli istituti ai titoli di Stato.
Voz
© riproduzione riservata