Barca rovesciata per il vento Morto ottantenne varesino

BODIO LOMNAGO La vittima è l’architetto varesino Francesco Ercole Niada. Un architetto molto conosciuto e apprezzato tanto da aver progettato tra le tante cose l’ospedale del Ponte e le parti più recenti dell’Ospedale del Circolo di Varese. Insomma un numero uno dell’architettura varesina. L’uomo è morto all’ospedale di Varese dopo che i soccorritori hanno tentato in ogni modo di salvargli la vita praticando per lunghi minuti le tecniche di rianimazione.

E’ stato tradito dalla sua grande passione per il canottaggio. Una passione che lo spingeva in acqua a remare diverse volte a settimana. E’ successo persino ieri mattina con le condizioni del bacino tutt’altro che tranquille. Il vento fortissimo che soffiava sul lago e le onde che nel frattempo si erano formate avevano sorpreso Francesco. L’esperto canottiere si è ritrovato in pochi istanti in balia delle onde. Forse è rimasto spiaggiato e nel tentativo di riportare a riva l’imbarcazione

è sceso in acqua venendo colto da ipotermia. O forse si è ribaltato nelle gelide acque non riuscendo più a risalire in barca a causa del freddo e del vento incessante. La dinamica è tuttora al vaglio degli agenti della Questura di Varese che hanno effettuato sul posto i primi accertamenti per chiarire quanto accaduto. Con una cadenza che aveva il sapore del rito Francesco tutte le volte ripeteva in barca lo stesso circuito: partenza dalla Schiranna, passaggio dall’Isolino Virginio e ritorno. In tutto cinque chilometri da percorrere di prima mattina, prima di rientrare in ufficio in via Del Cairo dove l’architetto era ancora il titolare dello studio.

Nel frattempo la moglie, non vedendo rientrare il marito, ha contattato il figlio (poliziotto della Questura) che si è precipitato sulle rive del Lago in cerca del papà disperso. «Ho saputo – racconta il figlio Carlo – che qualcuno aveva già lanciato l’allarme, la richiesta d’intervento era già stata inoltrata. Proprio ieri ci siamo ritrovati a mangiare tutti insieme in famiglia. Ringraziando il cielo mio padre non aveva mai avuto problemi di salute, è morto tranquillo facendo quel che più gli piaceva fare. Aveva ottanta anni ma stava bene. Era in forma grazie a tutta l’attività sportiva che continuava a svolgere. Era un amante della natura, amava il canottaggio, l’Hockey, la vela e la sua famiglia. Lavorava, aveva questi suoi hobby sportivi e faceva tutto per i suoi familiari. Nella sua vita non c’era altro, era un uomo di una volta». Quella che doveva essere una tranquilla mattinata da trascorrere sulle acque del lago immergendosi nella natura, come gli era ormai consuetudine, si è trasformata in una terribile tragedia. L’architetto varesino è stato individuato in acqua dai gommoni dei vigili del fuoco nei canneti tra Bodio e Cazzago Brabbia. I soccorritori hanno tentato in ogni modo di rianimarlo persino sul pontile.

La sua vita era appesa a un filo. Aveva ormai il corpo in ipotermia a causa della lunga immersione nelle gelide acque del bacino. Due ambulanze, scortate da una volante della polizia, si sono dirette a sirene spiegate verso l’ospedale di Varese. Dopo un paio d’ore purtroppo l’architetto varesino ha cessato di vivere. Francesco lascia la moglie, tre figli e tre nipoti. Un uomo perbene, d’altri tempi che ha fatto tutto pensando al bene della propria famiglia. La notizia ha raggiunto il Montello dove l’uomo viveva. I vicini sono rimasti sconvolti: «Era una persona straordinaria – dice il custode del residence dove l’architetto abitava – era perfetto, non si può dire nulla di male. Era forte e ancora in grande forma. Nessuno gli avrebbe mai dato ottanta anni. Tanto che un paio di giorni fa quando ha nevicato gli ho chiesto se voleva una mano per spalare la neve, il Dottore ha sorriso e mi ha detto che ci avrebbe pensato lui. Sono molto dispiaciuto perché era davvero una gran brava persona».

Pino Vaccaro

f.tonghini

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