BARDELLO Pesca “miracolosa” ieri mattina a Bardello nelle acque del lago di Varese. I pescatori hanno, infatti, pescato due siluri femmina (quasi nove chili uno, circa tre l’altro esemplare) e una carpa di una quindicina di chilogrammi. Una pesca comunque non casuale, ma mirata a dimostrare l’urgenza del piano di monitoraggio della presenza di questo pesce predatore, originario dell’Est Europa, per la tutela dell’habitat del lago di Varese.
Il bacino varesino è stato monitorato per gran parte della mattinata: in programma c’era,
infatti, il periodico monitoraggio delle acque inserito nel vasto «Progetto siluro», finanziato in gran parte da Fondazione Cariplo, che vede la Provincia di Varese quale ente capofila. L’inizio dell’attività di studio della presenza del pesce siluro nelle acque del Lago di Varese ha preso avvio proprio ieri mattina con una prima battuta di pesca. Oltre alla Provincia, l’iniziativa coinvolge Parco del Ticino, Fondazione Cariplo, la società di Ittiologia Graia, Apd Tinella, Fipsas Pavia e la Cooperativa Pescatori del Lago di Varese. Il progetto ha l’obiettivo di inquadrare nei dettagli la diffusione delle specie ittiche invasive, e quindi potenzialmente pericolose per l’ambiente, nelle acque dei laghi di Varese, Comabbio e fiume Ticino attraverso una serie di azioni di contrasto diretto, come incremento delle specie autoctone e antagoniste del pesce siluro, oltre a una sensibilizzazione su questo importante problema.
Già da tempo l’ambiente del lago di Varese è finito nel mirino delle istituzioni che hanno iniziato a studiare una serie di accorgimenti tentando di contenere la crescita spropositata di alcune specie di pesci non autoctoni, tra cui proprio il siluro, devastanti per l’ecosistema del lago. Così ieri mattina i pescatori, nell’ambito di queste iniziative di contenimento e di studio dei pesci siluro, con l’aiuto delle reti, ne hanno trascinato in superficie un paio di esemplari. I siluri sono pesci di provenienza danubiana che si sono, però, perfettamente integrati nel sistema lacustre varesino danneggiando, a causa della loro voracità, l’equilibrio ambientale.
A Bardello era presente anche l’assessore provinciale all’Agricoltura e alla Gestione Faunistica, Bruno Specchiarelli: «La difesa delle nostre acque e delle specie autoctone – ha detto Specchiarelli – passa anche da progetti approfonditi e mirati come questo che vede la Provincia in qualità di Ente capofila e Fondazione Cariplo. Si tratta di un progetto che ci porterà ad avere dati dettagliati sulle specie esotiche introdotte anche nelle nostre acque, al fine di approntare una serie di interventi finalizzati al contenimento e alla diffusione delle specie autoctone. Non possiamo permetterci di perdere il grande patrimonio culturale dei nostri laghi».
Per un paio di anni si andrà avanti cercando di combattere la crescita del siluro. A dare i dettagli tecnici dell’operazione era presente Cesare Puzzi della società «Graia»: «Le azioni che abbiamo previsto sono differenti e oltre al contrasto diretto della diffusione del siluro (tramite apposite reti a strascico come nella dimostrazione di ieri, ndr) o di altre specie infestanti, abbiamo quella che contempla l’introduzione di specie tipiche delle nostre acque, come il luccio, che contrastano in modo naturale la diffusione del siluro andando a occupare le nicchie ecologiche». Il messaggio lanciato ai pescatori è di sopprimere il pesce siluro appena pescato evitando di rimetterlo in acqua.
b.melazzini
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