SUMIRAGO «Ogni volta che sentiamo notizie del genere riviviamo quell’incubo. È una paura che non va mai via». Parola di chi sa cosa si prova ad essere aggrediti, imbavagliati, legati e derubati. La rapina al Circolino di Castronno, nella quale una barista è stata immobilizzata, legata e rinchiusa in bagno, ha riaperto, infatti, vecchie ferite mai rimarginate in chi in passato aveva già vissuto lo stesso terrore.
È il caso di Carla e Tranquilla Leonte, titolari del Bar Chicco di Sumirago, che nel gennaio del 2012 furono rapinate nel loro locale quasi con le stesse modalità di Castronno. Fu un vero e proprio incubo: cinque banditi fecero irruzione all’orario di chiusura immobilizzando le due bariste e un cliente. Scassinarono i videopoker e poi si dileguarono senza lasciare traccia. Una dinamica preoccupantemente simile a quella vista a Castronno, tanto che non è possibile escludere che dietro ci sia la stessa mano.
A distanza di oltre un anno la paura è una compagna inseparabile: «Quando nel locale – raccontano le due sorelle – vediamo persone che non sono del posto andiamo in panico. La sera usciamo con gli ultimi clienti. Ci aspettano prima di tirare su la claire, andiamo via insieme per evitare di non restare da sole. Da quel giorno, infatti, all’orario di chiusura non siamo più rimaste sole. Viviamo gli stessi incubi, purtroppo quella paura non scompare. Anche alla barista di Castronno, che ha vissuto la nostra stessa esperienza, consigliamo di non andare via mai sola all’orario di chiusura ma di essere sempre con qualcuno». Le bariste di Sumirago hanno assunto nel frattempo diversi accorgimenti per evitare che la vicenda possa ripetersi. «Ci siamo attrezzate – spiegano – aumentando la sicurezza del locale con inferriate e telecamere di videosorveglianza. Speriamo non ricapiti più una cosa del genere».
Intanto a Castronno le indagini per smascherare i due rapinatori che hanno legato e sequestrato la barista del Circolino Cascina Maggio, per poi devastare e saccheggiare gli impianti delle macchinette elettroniche, stanno andando avanti. La quantificazione del bottino non è stata ancora effettuata. La vicenda è seguita con tanta attenzione anche dal sindaco di Castronno, Luciano Grandi: «Secondo me – sottolinea il primo cittadino – è la risposta violenta alla crisi economica e sociale che stiamo vivendo in questi momenti. Sanno benissimo che all’interno delle macchinette ci sono soldi. In certe situazioni ci si sente davvero impotenti».
b.melazzini
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