Rimini, 28 ago. (Apcom) – L’Italia, in alcuni settori, “sta facendo meglio di altri Paesi” ma rimane “il problema del debito pubblico e del consolidamento del deficit di bilancio su cui ci sarà da lavorare per ripristinare la fiducia nell’economia italiana”. Cosi’ il presidente della commissione europea, Manuel Barroso, intervenuto al meeting Cl di Rimini ha parlato della situazione italiana nella crisi. Barroso ha sottolineato che “in alcuni settori l’Italia fa meglio di altri Paesi: il sistema bancario non va male, il debito privato è solido, la disoccupazione è sotto controllo. In alcuni settori l’Italia è competitiva”.
Secondo Barroso l’Europa non può continuare a spendere i soldi che non ha. Serve un risanamento delle finanze pubbliche condizione necessaria alla crescita e all'”uscita definitiva” dalla crisi. “Alla fine del 2008 all’inizio di questa crisi – ha detto – l’Europa ha dovuto salvare le banche ed iniettare incentivi fiscali enormi all’interno delle sue politiche. Queste misure potevano durare però per un periodo limitato. A lungo termine non ci può essere crescita sostenibile senza delle finanze pubbliche davvero sane.
Non possiamo continuare a spendere i soldi che non abbiamo e poi lasciare il conto da pagare alle giovani generazione. Il consolidamento è la precondizione per rispristinare la fiducia dei consumatori e degli investitori e porre le basi di una nuova crescita sostenibile”.
Le nostre reazioni alla crisi – ha detto Barroso – “sono state molto forti e molto chiare. però siamo solo all’inizio. per affrontare definitivamente la crisi dobbiamo seguire 5 linee d’azione principali”. Abbiamo bisogno di “consolidamento fiscale e di finanze pubbliche sane”. Di “migliorare la governance nell’Unione europea, di investire nella concorrenza, nella crescita inclusiva e sostenibile”. Inoltre di “costruire mercati finanziari responsabili e stabili e spingere per impegni forti nel G8 e nel G20”.
Certo ha sottolineato Barroso i programmi di austerità non bastano “per creare nuovi posti di lavoro. “Non c’è contradditorietà – ha aggiunto – tra la crescita e il rigore se vengono fatte le riforme strutturali”.
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