L’ultimo saluto a Mauro Luoni: accompagnato dai canti gregoriani che amava, in una Basilica ricolma di amici. Una vita «in punta di piedi», come ha ricordato il prevosto nell’omelia. «Stava sempre un passo indietro. Faceva tanto, ma senza mai cercare la ribalta». Mauro Luoni se n’è andato sabato, dopo aver lottato contro una terribile malattia, lasciando la moglie, Patrizia Passerotti, e i due figli Stefano e Alessandro. Ma lascerà anche un grande vuoto nel nostro territorio,
per la sua umanità e sensibilità, ma anche per lo straordinario patrimonio di conoscenza del tessuto industriale e culturale della provincia di Varese che aveva accumulato. La Basilica di Santa Maria Assunta di Gallarate, gremita ieri pomeriggio per il funerale, ha dato una dimostrazione di quanto affetto ha lasciato dietro di sé Mauro. Nativo di Cassano Magnago e molto legato alle comunità di Gallarate e Cardano al Campo, responsabile della comunicazione dell’Unione degli Industriali di Varese e prima ancora dell’Unione Bustese Industriali, Mauro Luoni aveva tante passioni: il canto gregoriano, la motocicletta, la fotografia, il lavoro. Ma anche una grande fede, come ha ricordato il sacerdote nell’omelia. Ha provato ad elencarle tutte, salendo sul pulpito al termine della celebrazione, l’editore varesino Pietro Macchione, che per diversi lustri ha collaborato con Mauro Luoni e ne ha saputo cogliere «l’amore per l’arte, per la cultura, per la bellezza e il grande amore per questo territorio, che ha girato in lungo e in largo con la sua moto e ha raccontato, tra l’altro, attraverso le sue fotografie e i numeri della rivista Varesefocus che dirigeva».