“Basta, lascio il mio bar I giovani cercano altro”

CUASSO AL MONTE (a. pag.) È stato fino a ieri uno dei più “vecchi” proprietari-gestori di un locale. Poco meno di vent’anni in sella. «Ma ora basta, lascio, me ne vado. Il commercio ormai è cambiato, in tutte le sue forme, anche in un bar». Così Salvatore Galipò, 47 anni, per quasi due decenni dietro il banco del “Piccolo Bar” a Cavagnano di Cuasso al Monte annuncia il suo addio. Calde giornate d’estate, fredde alzatacce d’inverno,

magari con la neve, Salvatore ha condiviso la vita di molti di coloro che transitavano davanti al suo bar per andare al lavoro. Ieri, però, ha detto basta. «È veramente cambiato il mondo. Lo si vedeva dagli affari – spiega – O forse sono io che sono invecchiato. Ma intanto, meglio passare il testimone a chi ha la forza di poter proseguire». Con Salvatore che lascia la gestione del locale, una parte di Cuasso se ne va. Quella cresciuta intorno alla generazione che oggi ha quaranta-cinquant’anni e che ha trascorso i momenti allegri e anche quelli meno felici della gioventù fra una “briscola”, un caffè e una birra. «Noi – ricorda – ci ritrovavamo accanto al tavolino del bar, la sera o la domenica mattina. Oggi i giovani se ne vanno, lasciano Cuasso, cercano Varese o, in generale, la città».
Anche questo è stato uno dei motivi che lo hanno spinto a “mollare” la gestione del locale nonostante le grandi amicizie che si sono andate costruendo nel corso degli anni. «Prima erano clienti, poi a poco a poco sono diventati anche amici, vorrei dire soprattutto amici. Ma loro, come me, sono andati avanti negli anni. E, forse, non siamo stati capaci di comprendere come cambiava il mondo. O forse è la gioventù che ci ha scavalcato perché non siamo stati in grado di comprendere i cambiamenti». Nella voce dell’ex gestore-proprietario una nota di malinconia. «Probabilmente è giusto che anche noi si cambi. Solo mi dispiace per quei molti che ho conosciuto e che sono poi diventati amici. Vorrei dire a tutti grazie».

s.bartolini

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