Battaglia con la Cremonese Denunciati sessanta tifosi

VARESE La partita più calda dell’intera stagione – la finale di play off del 13 giugno con la Cremonese che ha permesso al Varese di timbrare il passaporto per l’empireo della serie B – ha ora uno strascico di natura giudiziaria e amministrativa: perché la Digos ha individuato e denunciato una sessantina di persone, protagoniste dei disordini che si scatenarono dopo il fischio finale dell’arbitro: tifosi delusi e arrabbiati della Cremonese, per lo più, ma anche esagitati nostrani,

che replicarono alle provocazioni degli avversari. E quando si è coinvolti in una rissa, non importa, per la determinazione del reato, chi ha sferrato il primo colpo.
Saranno presto tutti quanti destinatari di un Daspo, il provvedimento che gli impedirà di accedere a manifestazioni sportive per un periodo di tempo che va da uno a cinque anni. Alcuni di loro, in verità, erano già stati diffidati in tal senso, seppure siano stati trovati allo stadio. Balza all’attenzione il caso di una diciannovenne varesina (unica ragazza coinvolta), che era già stata colpita da Daspo da parte delle questure di Varese e Bologna. Sono venti in tutto i tifosi varesini denunciati per l’invasione di campo, quattro dei quali già destinatari di Daspo, e uno trovato in possesso di un candelotto fumogeno. Una quarantina quelli cremonesi: in realtà questi ultimi devono ancora essere identificati. La Digos varesina ha passato i filmati ai colleghi della città del Torrazzo affinché provvedano al riconoscimento. Un cremonese in realtà è già stato identificato e denunciato lo scorso 13 giugno quando aveva preso a cinghiate sul volto un ispettore di polizia in servizio di ordine pubblico al di fuori dello stadio. In quella circostanza vennero distrutti anche i bagni dell’impianto, come già nella partita precedente di semifinale di play off, contro il Benevento: fatti per i quali sono stati denunciati 5 tifosi beneventani.
La promozione del Varese pone non pochi problemi per la gestione delle partite della prossima stagione: in primis, l’adeguamento del Franco Ossola, con l’obbligo di dotazione di tornelli all’ingresso dello stadio, per l’accesso singolo, con biglietto nominale e controllo delle videocamere di ripresa. E poi per il servizio di steward, cui è affidata la scrematura in ingresso e il mantenimento dell’ordine all’interno. Potranno effettuare controlli (per esempio su borse o pacchi), ma non perquisizioni personali, compito che resta in capo alle forze dell’ordine.
«Il servizio di steward è utile, ma in previsione della serie B deve crescere in qualità e in quantità» ha commentato il capo della Digos, Fabio Mondora, riferendosi appunto alla prossima stagione.
Franco Tonghini

e.marletta

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