Clamoroso in Cassazione, aveva ragione : il Comune non doveva sanzionare l’accesso nella Ztl di via Roma ai possessori del contrassegno disabili. «Ora il Comune restituisca i soldi pretesi illegittimamente ai cittadini. Altrimenti faremo una nuova marcia di protesta e promuoveremo una class action».
Sono passati otto anni dal polverone di polemiche sulla telecamera accesa sulla Ztl di via Roma, che ha mietuto contravvenzioni tra i veicoli muniti di contrassegno disabili, a cui veniva imposta la comunicazione entro 48 ore dal transito nella via pedonale. Il leader de La Voce della Città Audio Porfidio, che aveva ricevuto decine di sanzioni, alla fine l’ha avuta vinta.
Settimana scorsa è arrivata la sentenza della seconda sezione civile della Corte di Cassazione, che ha rigettato il ricorso del Comune di Busto Arsizio contro la sentenza del Tribunale di Busto che a sua volta aveva accolto l’appello di Porfidio contro il mancato annullamento di 21 verbali da parte del Giudice di pace. «L’obbligo di comunicazione del transito entro le 48 ore successive a carico del possessore del contrassegno speciale – sentenziano gli “ermellini” – non può rendere illegittimo l’accesso effettuato da chi ne abbia diritto».
Dato che è «incontrovertibile che ai possessori del contrassegno speciale per disabili è permessa la circolazione nelle Zone a traffico limitato, qualora autorizzato l’accesso per servizi di trasporto di pubblica utilità», come in via Roma. L’obbligo di comunicazione risponderebbe «all’esigenza di agevolare la correttezza e la speditezza dei controlli amministrativi», ma non si può multare chi non comunica di aver transitato sotto i varchi automatizzati.
Così, la Suprema Corte decreta che quelle multe, come sosteneva da subito Porfidio, avrebbero dovuto essere revocate. Ma cosa succederà con tutti quei cittadini disabili che negli anni sono cascati nella trappola della telecamera di via Roma? Per Audio Porfidio, «per correttezza, trasparenza e rispetto istituzionale, il Comune dovrebbe prendere atto di aver sbagliato e rimborsare di sua spontanea volontà tutti coloro che, magari non potendosi permettere come il sottoscritto di poter ingaggiare una battaglia legale fino al terzo grado di giudizio, hanno pagato ingiustamente».
Siccome la Cassazione fa giurisprudenza, le multe comminate ai disabili che transitano nella Ztl di via Roma vanno revocate, e chi si è opposto potrà beneficiare di questo precedente. Chi ha già “regolato”, invece, per sperare in un risarcimento, dovrebbe fare causa al Comune. Ecco che, se non verrà previsto il rimborso del maltolto, annuncia Porfidio, «scenderemo ancora una volta in piazza con le persone disabili». Un corteo, come ai tempi della bufera sulle multe di via Roma.
«E, se sarà il caso, promuoveremo una class action contro il Comune che ha incassato delle somme che non erano dovute dai cittadini». Una sentenza che ha una portata che va ben oltre i confini di Busto, visto che la stessa linea dura sulle auto munite di contrassegno viene tenuta in tutta Italia. «Sono migliaia – fa sapere , presidente dello Sportello dei Diritti – i verbali che continuano ad essere elevati nei confronti dei diversamente abili costretti ad essere trasportati all’interno dei centri urbani».