Quando pensiamo al turismo la prima cosa che ci viene in mente sono le grandi strutture, i grandi alberghi. Eppure oggi la tendenza sta cambiando: sempre più persone vogliono strutture a misura d’uomo, accoglienti, ricercate. È così che in questi anni è nata una capace struttura ricettiva alternativa in grado di affiancare gli hotel con un’offerta in aumento, nata proprio da una domanda crescente. Oggi, in provincia di Varese, i bed and breakfast rappresentano circa il 70% dell’intera ricettività turistica.
E i motivi sono numerosi: non da ultimo le opportunità imprenditoriali connesse a quelle fiscali e amministrative di un’attività di questo genere. Aprire un bed and breakfast oggi è abbastanza semplice, con una normativa minuziosa che offre nel dettaglio un vademecum dei passi da seguire: «Le norme in materia sono dettagliate – spiega Luisa Marzoli, presidente dell’ordine dei commercialisti – però alla portata di ogni cittadino che voglia intraprendere questo genere di attività».
La gestione di un bed and breakfast è un’attività che può svolgere qualsiasi privato che abbia una casa grande con stanze da affittare e può essere svolta anche in forma non imprenditoriale per un certo periodo dell’anno. Sono sufficienti un bollettino per le ricevute con marca da bollo e la dichiarazione dei redditi diversi. Mentre se lo si esercita in forma imprenditoriale occorre la partita iva, l’iscrizione alla Camera di Commercio e la tenuta delle scritture contabili.
Ovviamente ci sono una serie di parametri da rispettare, ma le agevolazioni per il privato che vuole svolgere l’attività per alcuni periodi dell’anno sono interessanti: «Il privato non deve aprire la partita iva – spiega Marzoli – e la novità, secondo una nuova normativa, è la cedolare secca sugli affitti brevi che dovrebbe essere estesa anche ai bed and breakfast. La ritenuta del 21% si applica anche a chi esercita l’attività senza partita iva». Bisogna poi ricordare che ogni comune applica normative differenti in tema di bed and breakfast, quindi non bisogna dimenticare di consultare la normativa locale: «In generale l’immobile deve essere adeguato, confortevole, l’attività non deve essere continuativa e avere camere e letti limitati, secondo quando disposto dalla legge regionale e dai regolamenti comunali. Alcuni comuni chiedono, ad esempio, che la prima colazione sia servita usando prodotti locali».
Un’opportunità interessante dunque che un numero crescente di persone, nella nostra bella provincia tanto apprezzata in particolare dai turisti stranieri che amano i laghi, hanno colto al volo. Come Andrea Linari, titolare del B&B Villa Carlotta di Travedona Monate che solo di recente ha trasformato la sua attività a carattere non imprenditoriale in attività stabile con partita Iva: «Avevamo questa casa – racconta Linari – che poteva prestarsi ad una attività di bed and breakfast: abbiamo provato per due anni, senza partita iva come attività occasionale, poi, siccome andava bene, il fatturato non consentiva più l’occasionalità». Certo, ora le cose sono un po’ più complicate, sottolinea Linari, «i costi sono più ingenti e variegati, ma i clienti non mancano». Soprattutto stranieri: Francesi, tedeschi «tutti innamorati dei nostri laghi e del servizio che un’attività come la nostra può dare: con un prezzo medio contenuto ad un servizio paragonabile a un quattro, cinque stelle».