La chiusura dello stabilimento Beko Europe di Comunanza non ci sarà. È questo il primo risultato concreto della missione in Turchia del ministro dell’Industria e del Made in Italy, Adolfo Urso, che ha incontrato i vertici della multinazionale turco-americana a Istanbul. L’annuncio porta un sospiro di sollievo per i 320 lavoratori marchigiani che, fino a pochi giorni fa, rischiavano di perdere il posto entro la fine del 2025.
L’annuncio del ministro Urso
«Negli incontri avuti in queste ore abbiamo ulteriormente migliorato le prospettive del piano industriale, che poi lunedì prossimo illustreremo anche ai sindacati, con il mantenimento anche del sito di Comunanza, che era quello più a rischio», ha dichiarato Urso nella giornata di ieri. Il ministro ha sottolineato come la conferma di Comunanza, insieme agli altri stabilimenti situati nelle Marche e in Lombardia, rappresenti un passaggio fondamentale per la tenuta industriale del gruppo in Italia.
Tuttavia, l’incontro non ha risolto tutte le criticità. La chiusura del sito produttivo di Siena resta un’ipotesi concreta, confermata anche dai vertici aziendali lo scorso 10 febbraio. Inoltre, un nodo ancora da sciogliere è quello legato ai costi di affitto dei capannoni, che continuano a incidere in maniera significativa sulle perdite di bilancio dell’azienda.
Cassinetta: un destino ancora incerto
Se per Comunanza è arrivata una schiarita, il futuro dello stabilimento di Cassinetta rimane ancora incerto. Secondo quanto emerso, il ministro Urso avrebbe discusso solo marginalmente della questione, limitandosi a confermare la volontà dell’azienda di rimanere in Lombardia, ma senza entrare nei dettagli di eventuali riduzioni di personale.
Attualmente, la strategia per Cassinetta sembra già delineata: una rimodulazione degli orari di lavoro che potrebbe abbassare il numero degli esuberi da 540 a 350. Un passo avanti, ma non ancora sufficiente. L’obiettivo, infatti, rimane quello di ridurre ulteriormente il numero di licenziamenti, cercando una soluzione sostenibile per tutti i dipendenti.
Sindacati: “Nessuno deve essere lasciato indietro”
I sindacati, nel frattempo, chiedono certezze per tutti i siti italiani. Se la conferma di Comunanza rappresenta un segnale positivo, restano ancora molte questioni aperte. «Urge avere risposte rapide sulla possibilità di un’acquisizione da parte di un soggetto terzo, con eventuale partecipazione pubblica, per garantire una continuità industriale e occupazionale allo stabilimento di Siena», hanno dichiarato i rappresentanti nazionali di Fim, Uilm e Fiom.
Al tempo stesso, i sindacati chiedono chiarimenti sugli investimenti previsti negli altri stabilimenti, in particolare a Cassinetta, Melano e Carinaro. «Vogliamo conoscere nel dettaglio i piani di investimento per avere una continuità produttiva nel medio e lungo periodo», hanno sottolineato.
Lunedì prossimo, nel nuovo incontro al Ministero, ci si aspetta che Beko fornisca finalmente un quadro chiaro sul futuro dei suoi stabilimenti italiani.