Beko firma l’accordo con Governo e sindacati: 300 milioni di investimenti e nessun licenziamento

Come già trapelato nei giorni scorsi, non ci sarà nessun licenziamento collettivo, saranno ridotti di oltre la metà di esuberi originariamente previsti e verranno gestiti con uscite volontarie incentivate. Siti produttivi salvati, investimenti su R&D e sostenibilità. A Cassinetta resta la produzione. Stop a Siena entro il 2025.

Beko Europe ha ufficializzato oggi la firma dell’accordo quadro con il Governo italiano, le Regioni e le Parti Sociali sul piano di trasformazione industriale per il nostro Paese. L’intesa, già approvata nei giorni scorsi dai lavoratori, punta a garantire sostenibilità e competitività nel lungo periodo per gli stabilimenti italiani.

Italia nodo strategico per il gruppo

Il piano conferma il ruolo chiave dell’Italia nelle strategie globali di Beko, in particolare per le attività di Ricerca & Sviluppo e design. L’azienda ha stanziato un investimento complessivo di 300 milioni di euro, un terzo dei quali sarà destinato all’innovazione tecnologica e allo sviluppo di prodotto.

Dettaglio degli investimenti nei siti italiani

  • Cassinetta di Biandronno (VA): sarà il polo per i prodotti da incasso nelle categorie cottura e refrigerazione. Qui si concentrano 136 milioni di euro per prodotto, processo e R&D, compresi 8,5 milioni per l’efficienza energetica e l’installazione di pannelli solari.
  • Melano (AN): diventerà hub europeo per i piani cottura. Previsti 62 milioni di euro in investimenti, inclusi 1,5 milioni per sostenibilità ambientale.
  • Comunanza (AP): continuerà a produrre lavatrici e lavasciuga di fascia alta, con l’assegnazione della produzione di una nuova lavasciuga. Gli investimenti ammontano a 15 milioni, più 3 milioni per pannelli solari e risparmio energetico.
  • Carinaro (CE): rafforza il suo ruolo come centro logistico europeo per i ricambi, ricondizionamento e accessori, con 5 milioni di euro di investimenti per ammodernamento e ampliamento.
  • Siena: lo stabilimento cesserà le attività entro la fine del 2025, ma sarà coinvolto in un progetto di reindustrializzazione per garantire continuità manifatturiera.

Lavoratori: coinvolte 1.284 unità

Il piano di trasformazione prevede l’adeguamento della forza lavoro, con 1.284 posizioni coinvolte. Per attenuarne l’impatto, Beko ha definito, insieme alle istituzioni e ai sindacati, un pacchetto di incentivi all’esodo volontario e misure di ricollocamento attivo.

Le reazioni

Urso: “Accordo storico” – “È un accordo importante, storico, per governare al meglio questa transizione industriale salvaguardando la forza straordinaria del Made in Italy che diventa, di fatto, per questa grande multinazionale il centro propulsivo in Europa”, ha dichiarato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, al termine del tavolo. “All’esito della negoziazione – si legge nella nota di Beko Europe – sono state identificate le areedi intervento per adeguare la forza lavoro alla nuova conformazione operativa,

nell’obiettivo di garantire la stabilità e la sostenibilità a lungo termine delle attività in Italia. Il totale delle posizioni interessate dal piano è di 1.284 unità. Per attenuare il più possibile l’impatto del piano di trasformazione, la società, d’intesa e con il supporto delle istituzioni e organizzazioni sindacali, ha definito un piano di supporto e incentivi all’esodo che verranno resi disponibili sulla base delle caratteristiche di implementazione del piano”.

Fatih Ebiçlioğlu, presidente della divisione Beni di Consumo Durevoli di Koç Holding e presidente di Beko Europe, ha definito l’accordo un passaggio chiave per consolidare il futuro del gruppo in Italia. Il CEO Ragıp Balcıoğlu ha sottolineato la necessità di rimanere vigili nel contesto di forte concorrenza globale e guerre tariffarie.

Fiom Cgil ha parlato di una lunga e difficile vertenza che ha evitato chiusure e licenziamenti unilaterali, grazie alla lotta sindacale e all’impegno dei lavoratori.

Paolo Capone, segretario generale UGL, ha definito l’accordo un modello virtuoso, sottolineando l’importanza della Golden Power nel difendere l’industria italiana da minacce esterne e garantire un futuro al Made in Italy.

L’intesa segna quindi un punto di partenza importante per il rilancio del comparto industriale italiano degli elettrodomestici, con la promessa condivisa di monitorare da vicino l’attuazione degli impegni assunti.