Belgio/ E’ record del mondo: 289 giorni senza governo

Bruxelles, 29 mar. (TMNews) – Sempre senza governo 289 giorni
dopo le legislative (13 giugno scorso), il Belgio oggi batterà
il record del mondo della più lunga crisi politica, fino ad ora
detenuto dall’Iraq, in un clima lugubre che hanno tentato di
rasserenare attraverso la distribuzione di patatine fritte nelle
città universitarie.

Dalle legislative del 2010 praticamente non è cambiato nulla: secondo un sondaggio se si rivotasse oggi Bart De Wever risulterebbe essere il politico più popolare per il 57% degli elettori nelle Fiandre, mentre Elio Di Rupo sarebbe il più votato in Vallonia e a Bruxelles, rispettivamente con il 46% e il 57% delle preferenze.

I fiamminghi del Nord (Fiandre) e i francofoni del Sud (Vallonia), con in mezzo la regione bilingue di Bruxelles-Capitale, non solo non riescono a mettersi d’accordo su nulla, ma sembrano allontanarsi sempre di più gli uni dagli altri, con irrigidimenti che con il passare del tempo rendono ancora più difficile un compromesso sul nuovo assetto federale del Paese, che è considerato come una condizione necessaria e preliminare alla costituzione di una nuova maggioranza e d un nuovo esecutivo.

Il Belgio è un paese dove, al contrario che nella vicina Francia, è molto diffusa l’autoironia (molto presente nella fiorente produzione nazionale di fumetti d’autore). Ed è con grande ironia che una trentina di associazioni, soprattutto studentesche, ripresentano una serie di eventi indicati come “rivoluzione delle patatine fritte” (uno dei simboli gastronomici del Belgio, insieme con il cioccolato migliore del mondo e alle eccellenti birre). Una evidente parafrasi della serissima “rivoluzione dei gelsomini” in Tunisia. Con la differenza che i tunisini chiedevano la caduta del proprio presidente-dittatore, mentre i belgi esigono di avere finalmente un governo nel pieno
dei poteri.

Forse l’unica soluzione per uscire dall’impasse sarebbe quella di tenere separati i due piani, il negoziato ‘costituzionale’ per il nuovo assetto federale, con la maggiore autonomia che le Fiandre rivendicano come obiettivo irrinunciabile, dalle trattative per il nuovo governo. Ma i fiamminghi non sembrano disponibili neanche a parlarne.

Gli studenti oltre al nuovo governo, chiedono di preservare l’unità del Paese e il suo sistema di assistenza sociale unitario (attaccato dai separatisti fiamminghi). Chiedono anche l’instaurazione di una circoscrizione elettorale federale (oggi, a parte l’eccezione di Bruxelles, in Vallonia si vota per i candidati francofoni e nelle Fiandre per quelli fiamminghi), che sarebbe una vera rivoluzione nel Paese, ormai composto di due opinioni pubbliche del tutto separate, che quasi non comunicano fra loro.

Loc/Bla

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