Una maglietta per il “Gigante Buono” che sta lottando per tornare a correre.
Il quindicenne , di Lomazzo, “stella” del Varese, ma cresciuto nelle giovanili del Milan, dopo il terribile incidente di domenica pomeriggio, quando è stato urtato da un treno in corsa mentre stava pedalando con le cuffiette alle orecchie, è ancora ricoverato in condizioni gravi, ma stazionarie, all’ospedale Sant’Anna di Como.
Biancorossi e rossoneri stanno facendo il tifo per lui. I compagni degli allievi ’99 hanno chiesto di poter scendere in campo all’esordio del campionato, proprio contro il Milan tra una decina di giorni, con una maglietta di incoraggiamento per il compagno e per la sua famiglia. «Me lo hanno chiesto i ragazzi – dice , dirigente e grande cuore biancorosso – vediamo come fare. In questo momento il nostro motto, che è diventato una sorta di passaparola è “dai Gigante che ce la fai”».
Isaac, ricoverato nel reparto di terapia intensiva, si è fatto ben volere da tutti. Prima a Milanello, poi dalla grande famiglia biancorossa. «Tutti i compagni – dice Belluzzo – avrebbero voluto andare a trovarlo già lunedì, il giorno dopo l’incidente, ma non avrebbe avuto senso. I ragazzi premono per andare a salutarlo e appena si sarà ristabilito lo faremo. Speriamo ce la faccia. Questo attaccamento da parte di tutti è la dimostrazione di quanto sia apprezzato come ragazzo. Una persona per bene. È un po’ introverso: piano piano sta cercando di ambientarsi nella nuova situazione».
Nel prossimo fine settimana i suoi compagni parteciperanno a un torneo, poi inizierà il campionato. I ’99 giocheranno contro il Milan e magari lo faranno con una maglia particolare in onore del compagno ferito. Un’idea nata dai ragazzi, che sarebbe bello estendere a tutte le squadre del Varese, a partire dalla prima squadra che domenica giocherà a Carpi. «La notizia ci ha sconvolto – racconta Belluzzo – lunedì, insieme a molti compagni di Isaac, siamo saliti al Sacro Monte. Abbiamo fatto le cappelle: è stato molto bello. Per un attimo abbiamo potuto liberare la mente, scaricare la grande tensione. Ci ha aiutato a non pensare a una cosa brutta. Nei prossimi giorni andremo a trovarlo tutti insieme, salteremo una giornata di allenamento e vogliamo portare la nostra vicinanza ad Isaac e alla famiglia. Penso che la nuova dimensione del Varese possa fare bene anche a lui. Deve riprendersi, lo stiamo tutti aspettando».
Il ragazzo, originario del Ghana, ma una vita trascorsa tra Cadorago e Lomazzo, vive con il sogno di diventare un professionista. Un bomber di razza: un armadio di quasi un metro e novanta che si muove con la leggerezza di un fenicottero e la leggiadria di un grande felino. Ma tanta classe nei piedi e tanta voglia di volare.
© riproduzione riservata