Roma, 14 dic. (TMNews) – Prevenzione, indagini accurate e collaborazione internazionale. Questi i tre fondamenti su cui poggia il lavoro degli uomini del comando dei carabinieri per la tutela del patrimonio cultuale, in prima linea per la salvaguardia delle bellezze artistiche e culturali del nostro Paese. La presentazione dell’attività operativa del gruppo, oggi a Roma, è stata l’occasione per fare il punto dei successi ottenuti nell’ultimo anno e per pianificare il lavoro futuro.
Il primo dato ad emergere dalla relazione è il costante calo del numero di furti in danno al patrimonio culturale, scesi del 35% negli ultimi 6 anni. Tra gli oggetti maggiormente trafugati ci sono i beni librari (9741) i dipinti (1211) e gli oggetti chiesastici (1129). Luoghi prediletti dai ladri sono, come ipotizzabile, i privati e gli istituti religiosi. Dal 2006, inoltre, risulta decisamente in calo ( -80% ) il numero degli scavi clandestini accertati: nel 2010 sono stati solo 46 rispetto agli oltre 200 del 2006.
Il circuito del saccheggio clandestino coinvolge soprattutto le zone più ricche di antiche vestigia (Lazio, Puglia, Basilicata, Campania, Calabria e Sicilia). Per quel che riguarda l’archeologia, l’azione di contrasto e d’indagine portata avanti dal Comando ha permesso il rientro in Italia di eccezionali capolavori sottratti in passato. Nel dettaglio sono stati recuperati oltre 34mila reperti, di cui 9.860 rinvenuti integri. Oltre 25mila, invece, i beni antiquariali, archivistici e librari recuperati grazie alle indagini del Comando per la tutela del patrimonio. All’interno di questa voce spicca il numero di reperti filatelici: oltre 15 mila. (segue)
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