L’occasione, è noto, è fatta per essere colta al volo. E ciò, in questi temi grami, vale anche nel campo del pieno benzina.
Così le fortune degli uni si possono trasformare spesso nelle sfortune per gli altri. Ne sanno qualcosa in Canton Ticino dove da almeno quarant’anni vendono più benzina che in tutto il resto della Confederazione grazie ai frontalieri del pieno: gli italiani che vivono a ridosso delle aree di confine e che per risparmiare qualche euro preferiscono fare il pieno in franchi.
Un’emorragia che vale centinaia di milioni di euro di imposte evase, che da Roma e Milano hanno cercato di tamponare con la carta sconto. Tutto bene finché Mario Monti non ha deciso di aumentare le accise sul carburante, annullando gli effetti della carta e scatenando un nuovo esodo del pieno. Non solo per la verde, ma da mesi, ormai, anche per il gasolio. Con in risultato che, di fronte a questa nuova ondata, anche le stazioni di servizio ticinesi, spesso riconducibili ai grandi marchi mondiali, hanno fiutato l’affare.
Ma di mezzo ci vanno proprio gli automobilisti svizzeri. Che hanno iniziato a lamentarsi perché anche da loro la benzina è rincarata nell’area più vicina al confine con il Varesotto.
«La differenza di prezzo tra i benzinai in prossimità delle fasce di confine e il resto del Ticino è notevole e va a scapito dei cittadini del Mendrisiotto – spiega Daniele Caverzasio, deputato al Consiglio di Stato per la Lega dei Ticinesi – Abbiamo segnalato la situazione anche a Mister Prezzi che però non ha riscontrato abusi in merito riconducendo tutto nell’alveo della normale concorrenza».
Ma il fronte è appena aperto e già sono partite nuove segnalazioni. E lo sanno anche i frontalieri che di solito evitano il pieno a ridosso del confine preferendo il rifornimento nei pressi delle città ticinesi.
«Mi muovo spesso per il Ticino in auto – chiarisce Caverzasio – e ho potuto constatare che un pieno di benzina a Novazzano o in un’altra località di frontiera, mi costa molto di più di quando lo faccio a Bellinzona. Eppure non é che parliamo di due zone così distanti tra loro. Questo aumento di prezzo mi sembra assolutamente ingiustificato. Risulta più che ovvio che i benzinai nelle fasce di confine possono permettersi di mantenere i prezzi più alti. Ma per i ticinesi di quelle zone non si può fare questo ragionamento e al momento vivono un’ingiustizia».
Da qui la via d’uscita sul modello italiano. «Potremmo prendere spunto proprio dai nostri vicini lombardi – evidenzia Caverzasio – che hanno dato una tessera sconto agli abitanti per rendere i distributori della zona più concorrenziali».
e.marletta
© riproduzione riservata