Berlusconi consegna case in Abruzzo: io più forte degli attacchi


L’Aquila, 29 set. (Apcom)
– “Vitale” e “pieno di gioia di vivere”. “Forte”, alla faccia di chi lo attacca. L’immagine che Silvio Berlusconi 73enne vuole dare di sé è questa: un uomo, e un presidente del Consiglio, in salute. Lo dice agli uomini della Protezione civile e dell’imprenditoria che lo ‘festeggiano’ con un pranzo nella mensa di Coppito. Lo mostra, anche mediaticamente, nel pomeriggio quando si reca a Bazzano per partecipare alla cerimonia di consegna di 400 alloggi del progetto C.a.s.e. agli sfollati, e assicura: “lo Stato c’è”.

Nella struttura che ha ospitato il G8, tra brindisi, telefonate d’auguri e una torta con una candelina, il presidente del Consiglio annuncia ai commensali la sua intenzione di importare il ‘modello Abruzzo’ di ricostruzione h24 e con turni di notte anche in altri progetti: nella realizzazione delle case per le giovani coppie nel resto d’Italia ma anche per costruire nuove carceri che possano ‘sostituire’ quelle vecchie che potrebbero così andare in concessione ai privati, per esempio per usi commerciali.

Ma soprattutto Berlusconi ci tiene a scacciare da sè l’ombra di qualsiasi decadenza fisica o di potere, allontanare il fantasma di trame di successione. Insiste sulla sua vitalità e ‘sfida’ gli attacchi: vadano pure avanti – è stato il suo ragionamento – io sono più forte perchè ho una maggioranza solida che mi permetterà di mantenere le promesse fatte. Parole che il Cavaliere ha condito con una buona dose di goliardia e battute a sfondo sessuale, come a dimostrare che la vivacità resiste nonostante le polemiche sulla sua vita privata.

Poco dopo a Bazzano, sotto gli occhi anche del governatore della Banca d’Italia Mario Draghi, il premier si rimette i panni ufficiali per elogiare il “miracolo” compiuto con la ricostruzione. Che miracolo resta per il Cavaliere, nonostante poco prima la presidente della Provincia dell’Aquila, Stefania Pezzopane, avesse ricordato che quelli li fa solo “chi sta lassù”. Berlusconi sceglie parole altisonanti. “Abbiamo dimostrato – dice – che lo Stato c’è, che non è oppressore, ma amico, che è vicino ai cittadini quando ne hanno bisogno”, “qui si è vista l’Italia vera che vorremo sempre vedere all’opera”.
E ancora: “Questo è lo Stato che ci piace, lo Stato che ha sul petto la medaglia d’oro ed è la medaglia del miracolo fatto all’Aquila. Grazie a Dio che ci ha dato la fortuna di vivere e lavorare in uno Stato straordinario come l’Italia”.

Ma l’inclinazione alla gogliardia torna quando il premier, finita la cerimonia, si mette alla testa di un tour negli alloggi e consegna le chiavi ad alcune delle famiglie assegnatarie. Berlusconi apre cassetti, sportelli, elettrodomestici, maneggia posate: scena che si ripete pressoché identica in tutte le case.

Nel giorno del compleanno, inevitabili battute sull’età o sulla chioma che non c’è più. E così davanti a una statua del VI sec, il Cavaliere scherza: “C’è qualcosa più vecchio di me”. Oppure: “Signora venga a vedere la sua nuova casa e la sua nuova camera da letto. Le abbiamo messo anche il phon, ma solo per lei io tanto sono già a posto…”. Infine una frecciatina all’opposizione. Presidente – lo esorta un’anziana signora – non si arrabbi con i suoi avversari. “Ma io non sono arrabbiato – è la risposta – sono loro che sono arrabbiati con me”.

Bac

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