Marsiglia, 8 dic. (TMNews) – “Gli italiani sono benestanti”, giura Silvio Berlusconi prima di prendere parte al drammatico incontro del gotha del popolarismo europeo a Marsiglia. “Non dobbiamo essere preoccupati”, fa sfoggio di ottimismo il Cavaliere un attimo prima di toccare con mano, durante l’incontro informale con i capi di governo del Ppe che precede il summit di Bruxelles, che “non c’è alcun accordo e la situazione è grave”. E’ l’ultima spiaggia evocata da Sarkozy,
sono le ore più lunghe per l’Unione che si riscopre fragilissima a fare da cornice al rientro del Cavaliere sulla scena internazionale. Non riesce a intervenire, Berlusconi, ma almeno siede allo stesso tavolo con i Grandi d’Europa e non lesina ‘consigli’ e rivendicazioni. E se non si può parlare di freddo, certo i rapporti con l’asse franco tedesco non sembrano particolarmente oliati, dopo che gli ormai celebri sorrisi in conferenza stampa di Merkel e Sarkozy sfregiarono l’esecutivo del Cav. Lo dimostrano alcuni dettagli, assieme alle dure critiche rivolte da Berlusconi a Berlino.
Si tratta comunque del ritorno dell’ex premier sul palcoscenico internazionale, parecchia è la curiosità per la ‘prima’ ufficiale dopo l’addio a Palazzo Chigi. Berlusconi non si sottrae alla stampa, ma prima riceve il caloroso saluto di Laura Ravetto e altri quattro o cinque parlamentari – da Abrignani a Valducci e Crimi – che rompendo il protocollo lo accolgono e lo salutano nonostante le transenne che delimitano il red carpet. Con i cronisti Berlusconi rivendica quanto sostenuto già da premier, e cioè la necessità di ripensare la Bce, dare il via libera agli eurobond e virare rispetto alla “rigida” linea tedesca che tante “responsabilità” ha avuto nel precipitare della crisi greca. Ma è a porte chiuse che va in scena il ritorno di Silvio in Europa.
Accolto da Antonio Tajani nella sala della riunione informale, Berlusconi – che in precedenza aveva incontrato insieme ad Alfano Mariano Rajoy – scambia qualche parola con il Presidente francese (di fronte ad altri big del Ppe), non con la Cancelliera Merkel. Ma è con l’ex collega transalpino che si rischia un piccolo incidente. Fin dal mattino alcuni componenti della delegazione italiana non nascondono l’irritazione nei confronti di Sarkozy, brucia ancora la ferita delle risate in conferenza stampa di alcune settimane addietro. Quando interviene Sarkozy, la delegazione pidielle è ancora riunita a porte chiuse con l’ex premier per un breve saluto e una photo opportunity. Dopo un po’ decidono di raggiungere la sala, ma arrivati alle soglie dell’auditorium il dilemma: entrare disturbando o restare fuori e rischiare che la scelta venga letta come uno sgarbo? Alcuni dei dirigenti che attorniano Berlusconi consigliano: “Entriamo, sennò diventa un caso”. E così una quarantina di delegati si riversano in sala mentre parla Nicolas. Berlusconi ascolta il leader francese, poi Merkel, infine Barroso. Sarkozy intanto lascia intanto la sala, passa davanti al Cavaliere (anche se attorniato dalla sicurezza), tra i due nessun cenno. Nessun problema con i rappresentanti dell’Asse franco-tedesco, dirà in seguito Berlusconi, “abbiamo già chiarito e ci sono state diverse telefonate”.
Davanti ai parlamentari italiani, invece , il leader del Pdl si mostra preoccupato per l’assenza di un accordo e per le “palesi tensioni” tra i leader, rilevando anche le difficoltà tra Merkel e Sarkozy sul capitolo Bce. Certo, Berlusconi non nasconde le proprie posizioni e anzi racconta ai suoi delegati di aver iniziato l’intervento davanti ai big popolari con un “come vi aveva detto…”. Ai giornalisti italiani, invece, consegna alcuni messaggi chiari sulla manovra: va approvata entro Natale e serve la fiducia per assorbire i punti di dissenso, toccherà ai parlamentari Pdl decidere in libertà sull’Ici per gli immobili della Chiesa, ma certo il Vaticano usa le risorse per fare del bene. Quanto all’ipotesi di mettere all’asta le frequenze, il segnale è in equivoco: “La gara potrebbe essere disertata”. La sintesi è comunque all’insegna dell’ottimismo: “Siamo uno Stato indebitato e di cittadini benestanti, questa è la vera situazione dell’Italia”.
Il congresso si avvia a conclusione, molti parlamentari vanno via come l’ex premier. Pochi i risultati concreti sul fronte dei rapporti tra i moderati italiani. Dopo le tensioni di ieri fra Alfano e Buttiglione, oggi si è verificata un piccola coda polemica. L’esponente dell’Udc siede al posto riservato al segretario del Pdl e quando la delegazione pidielle varca la porta della sala qualcuno gli fa notare che è necessario cambiare posto. Buttiglione – che nel frattempo ascolta i diversi interventi senza avvalersi delle cuffie – non la prende benissimo.
Tom
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