Napoli, 23 set. (TMNews) – Possibile una svolta al Riesame di Napoli sulla vicenda legata al caso Tarantini-Lavitola. Davanti ai giudici della Libertà, nelle oltre tre ore di discussione, i pm Woodcock, Curcio e Piscitelli hanno chiesto la conferma dell’ordinanza per estorsione e in subordine proposto una riqualificazione del reato con riferimento all’articolo 377 bis del codice penale, ossia “Induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all’autorità giudiziaria”. Tale reato punisce “chiunque con violenza o minaccia, o con offerta o promessa di denaro o di altra utilità, induce a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci la persona chiamata a rendere davanti alla autorità giudiziaria dichiarazioni utilizzabili in un procedimento penale, quando questa ha la facoltà di non rispondere”.
Se i giudici dovessero condividere la nuova qualificazione del reato oggetto dell’inchiesta, è anche possibile (e il condizionale è d’obbligo) che possano essere rimessi in discussione i ruoli dei protagonisti di questa vicenda e si riaprirebbe anche la questione relativa alla competenza territoriale del fascicolo che potrebbe tornare a Napoli o andare alla Procura di Bari.
Al riesame sono stati depositati oggi atti dell’inchiesta di Bari, in particolate l’avviso di conclusione delle indagini preliminari. Gli avvocati Alessandro Diddi e Ivan Filippelli hanno chiesto i domiciliari per Tarantini. L’avvocato Gaetano Balice ha chiesto l’annullamento dell’ordinanza nei confronti di Lavitola. La decisione del Riesame é attesa per lunedì.
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