Napoli, 8 set. (TMNews) – “Era una domenica di marzo e penso che dalle intercettazioni si possa vedere”, spiega Giampaolo Tarantini ai magistrati rispondendo, nel corso dell’interrogatorio di garanzia che si è svolto sabato scorso, alle domande sul suo incontro con il premier Silvio Berlusconi. L’imprenditore barese ricorda di essere arrivato ad Arcore in mattinata. L’arrivo fu su una Mercedes nera presa a noleggio. La breve attesa avvenne in un salottino parlando con Valter Lavitola che lo aveva accompagnato e al quale Tarantini racconta di aver confidato la grande emozione che provava al punto che “gli dissi che mi vergognavo a chiedere i soldi e Lavitola mi disse ‘non ti preoccupare, li chiedo io'”. Quindi avvenne l’incontro con Berlusconi. Tarantini ai pm ricostruisce quel momento. “Non lo vedevo da due anni, ero imbarazzato, credo di essermi anche commosso”.
Spiega anche il motivo di quella loro visita al premier, raccontando che i 500mila euro chiesti a Berlusconi sarebbero dovuti servire per avviare la produzione di protesi ortopediche. “La mia unica opportunità – è la versione che Tarantini ha sottolineato anche in un memoriale – per potermi in qualche modo riprendere era quella di reinserirmi nello stesso settore di attività in cui lavoravo in precedenza e avevo pensato che siccome il mio nome non era più spendibile nel mio settore in quanto sono stato accusatore di vari dirigenti pubblici soprattutto di Asl, di poter stabilire altrove la mia attività imprenditoriale”. Il progetto, dunque, era avviare la produzione di protesi all’estero e venderle in Italia. “Il presidente – ricorda Tarantini – senza neanche pensarci un secondo mi disse che non c’erano problemi e mi fece l’augurio di potermi riprendere economicamente”.
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