Napoli, 12 set. (TMNews) – Giampaolo Tarantini, l’imprenditore pugliese indagato per la presunta estorsione al premier Berlusconi, è stato interrogato per tre ore nel carcere di Poggioreale. E’ tornato davanti ai magistrati per annodare le fila di una trama delicata, quella dei soldi elargiti dal presidente del Consiglio ma anche quella delle escort, dei rapporti con alcuni degli avvocati che lo hanno assistito nelle vicende giudiziarie e della sua attività professionale presso la società Andromeda, un lavoro che lo stesso Tarantini, nel corso dell’interrogatorio di garanzia, aveva dichiarato di aver intrapreso dopo il periodo trasorso agli arresti domiciliari.
Secondo indiscrezioni, sarebbero questi i temi affrontati nell’interrogatorio di questo pomeriggio. Il terzo da quando Tarantini è in carcere e probabilmente non l’ultimo. I legali dell’imprenditore (avvocati Alessandro Diddi e Ivan Filippelli) si dicono fiduciosi per una modifca della misura cautelare. “Tarantini non si è sottratto ad alcuna domanda – ha dichiarato l’avvocato Filippelli – Speriamo che i pm, dopo questo interrogatorio, ritengano affievolite le esigenze cautelari e diano parere favorevole alla nostra richiesta”. La difesa ha chiesto al gip la scarcerazione, o in subordine gli arresti domiciliari, per Tarantini. E’ stato proposto anche ricorso al Riesame. Tra domani e dopodomani sarà fissata la data dell’udienza.
Xjn
© riproduzione riservata