Bruxelles, 1 set. (Apcom) – “La Commissione lavora in modo obiettivo e leale con l’Italia e con gli altri Stati membri”, e dunque “non ci sono ragioni per polemiche” con il governo italiano. Lo ha detto, questo pomeriggio a Bruxelles, il portavoce capo dell’Esecutivo comunitario, Joahannes Laitenberger, dopo il durissimo attacco odierno al suo servizio da parte del premier italiano, Silvio Berlusconi, da Danzica.
L’attacco del premier è venuto dopo che uno dei portavoce della Commissione, Dennis Abbott, aveva ieri ricordato le posizioni del commissario Ue alla Giustizia, libertà e sicurezza, Jacques Barrot, contro il respingimento dei migranti intercettati in mare senza poterne accertare l’eventuale titolo a richiedere la protezione internazionale e lo status di rifugiati. Abbott aveva anche annunciato l’invio di una lettera di Bruxelles ai governi italiano e maltese con la richiesta di chiarimenti sulla vicenda dell’altro ieri, quando una settantina di migranti clandestini erano stati fermati dalle motovedette italiane in mare e riportati in Libia.
Riguardo alle lettere ai due governi il portavoce ha precisato: “Gli scambi di informazioni sono parte normale della collaborazione fra noi e gli Stati membri ed eventuali domande di chiarificazioni non implicano una critica, sono la normalità”.
Rispondendo alla pretesa di Berlusconi, di non consentire interventi pubblici ad altri che al presidente della Commissione e al suo portavoce, nonché alla minaccia del premer italiano di chiedere le dimissioni degli altri commissari e portavoce “che continuino nell’andazzo di tutti questi anni” Laitenberger ha osservato: “Noi organizziamo la nostra informazione e comunicazione esattamente nello stesso modo in cui i Trattati Ue prevedono che funzioni la Commissione, ovvero come un organo collegiale”. In altre parole, la responsabilità di un portavoce o di un commissario che comunica le posizioni assunte dal Collegio è collettiva e non personale.
Il portavoce capo ha consluso sottolineando la volontà della Commissione europea di “cooperare con l’Italia e con gli altri Stati membri che devono affrontare il problema” dell’immigrazione clandestina.
Al di là del linguaggio diplomatico di Laitenberger, altre fonti qualificate della Commissione, sentite da Apcom dietro garanzia dell’anonimato, hanno sottolineato che l’Esecutivo Ue “non può essere attirato nelle polemiche di politica interna italiana”, e che, d’altra parte, “non sta certo agli Stati membri decidere di dimissionare i portavoce”. Quella di Berlusconi, d’altra parte, “è una polemica ricorrente”, ma “è improbabile che avrà un impatto sul funzionamento del servizio del portavoce della Commissione”.
Le fonti hanno ricordato che ciò che la Commissione fa “è il suo dovere, in materia di informazione e comunicazione e in materia di trasparenza”, e che, nel caso specifico dei respingimenti nel Mediterraneo, l’Esecutivo comunitario “non ha ancora concluso il suo esame”, che è basato su “informazioni fattuali e obiettive: il nostro funzionamento – hanno concluso le fonti – è indipendente da certe critiche”.
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