Besano Madre e figlio condannati a risarcire i familiari di Claudio Meggiorin per 483 mila euro: a quasi otto anni dall’omicidio del giovane di Besano, la corte civile d’appello di Milano ha parzialmente riformato la sentenza varesina del 2010.
Fabio Fatjon, minorenne all’epoca dei fatti e correo di Vladimir Mnela, dovrà risarcire i familiari di Meggiorin in solido con la madre; la sentenza di primo grado aveva invece condannato al risarcimento la sola donna. «Non mi sono data pace – dice oggi Elisabetta Meggiorin, la madre del barista che non ha mai smesso di combattere per avere giustizia in nome del figlio – Fatjon fu condannato da minorenne a nove anni e quattro mesi di carcere. Ha ucciso mio figlio ed è libero. Non volevo, non potevo accettare quell’assoluzione in primo grado sul fronte civile. Mio figlio non me lo restituirà nessuno ma io farò ogni cosa affinchè i responsabili appaiano come colpevoli, condannati, in ogni sede».
Mnela, che materialmente accoltellò a morte il barista ventiduenne, fu condannato in primo grado dal gup Giuseppe Battarino a 30 anni di carcere, sentenza oggi divenuta definitiva. Meggiorin quella sera di giugno uscì dal suo bar per sedare una rissa; rissa nella quale erano coinvolti Mnela e Fatjon. «Voleva dare una mano, calmare i ragazzi, evitare che si facessero male – dice Elisabetta – E l’hanno ucciso a coltellate».
A ricordare ancora oggi Claudio sono in tanti: il 9 giugno alle 11.30 nella chesa di San Giovanni a Besano ci sarà la messa di commemorazione e il 10 giugno lo stadio Franco Ossola ospiterà la settima, e sempre partecipatissima edizione, del torneo di calcio a sette memorial Claudio Meggiorin. «In questi anni non sono stata sola – conclude Elisabetta – Ringrazio tutti colore che mi sono stati accanto e i miei avvocati che mi hanno assistito in questa battaglia».
f.artina
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