BESOZZO Aveva atteso che i genitori uscissero per sorprenderla da sola in casa, e in questo modo poterne abusare: secondo l’accusa, esattamente quello che è successo lo scorso febbraio a Besozzo, quando un uomo di 37 anni avrebbe violentato la nipote di appena 16. Un mese dopo, trovato il coraggio di raccontare tutto ai genitori, la ragazza lo denunciò, e dopo una breve indagine, l’uomo venne arrestato. Da allora, da marzo cioè, si trova in carcere, in attesa che la sua posizione venga definita.
Il caso è emerso ieri per la prima volta, quando il nome del presunto violentatore (che la Provincia di Varese non rende pubblico, per non rendere riconoscibile ed esporre la vittima, sua parente), è comparso nel ruolo del giudice per l’udienza preliminare Cristina Marzagalli. La vicenda avrebbe dovuto chiudersi con un patteggiamento a due anni e un risarcimento di 10mila euro a favore della ragazza. Così almeno era stato concordato dal difensore, l’avvocato Luca Carignola, con il pm titolare del fascicolo, Massimo Politi. In questo modo l’imputato avrebbe goduto delle attenuanti generiche e di quella dell’avvenuto risarcimento. Un doppio sconto di pena, insomma.
Ma in aula ieri il colpo di scena: il giudice ha respinto la richiesta di applicazione della pena concordata, ritenendola non congrua. E soprattutto ha ritenuto che non potessero essere concesse le attenuanti, né le generiche (si tratta di persona con pregiudizi di legge), né quella per l’avvenuto risarcimento. Su quest’ultimo punto è stato determinante il rifiuto da parte della ragazza di accettare la somma offerta.
Costituitasi parte civile (insieme con i genitori) affidandosi all’avvocato Irene Visconti, chiede che venga fatta giustizia fino in fondo: determinatissima, dopo avere trovato il coraggio per fare arrestare quel suo zio che le ha mostrato un volto così feroce, ora attende che venga celebrato il processo per raccontare la sua verità in tribunale. Sarà comunque a porte chiuse, non foss’altro perché l’avvocato Carignola si è affrettato a depositare richiesta di rito abbreviato.
Se ne occuperà un altro giudice: dovrebbe essere Giuseppe Battarino (un terzo, dopo quello dell’indagine preliminare, Giuseppe Fazio, che aveva fatto arrestare l’uomo, e quello di ieri, Cristina Marzagalli che ha appunto dichiarato non adeguato il patteggiamento).
L’uomo ora rischia grosso, anche se il suo legale fa sapere: «Contestiamo il capo d’accusa, non vi fu nessuno stupro».
Franco Tonghini
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