BESOZZO Un centro di studio delle energie rinnovabili con una parte produttiva dedicata ai pannelli fotovoltaici prenderà il posto della storica cartiera di Besozzo, chiusa per fallimento un paio di anni fa. Una ferita ancora aperta nel cuore del paese, con 180 lavoratori rimasti a piedi per la decisione della multinazionale svedese Munskjo di chiudere i battenti e spostare altrove la produzione di carta.
L’importante annuncio arriva dalla consigliera comunale Silvana Fandella, candidata al consiglio regionale per la Lega Nord.
«Si tratta di una cordata di imprenditori lombardi di respiro nazionale – dichiara Fandella – che faranno un investimento su Besozzo di decine di milioni di euro». A giugno verrà definito il piano operativo, mentre i lavori di conversione dell’area industriale dovrebbero partire tra meno di un anno e mezzo, ad agosto 2011. «Il piano – anticipa la consigliera – prevede l’assunzione di 160 persone a ciclo continuo impegnata nella produzione di materiali utili all’assemblaggio dei pannelli fotovoltaici; un’azienda innovativa che partirà con 3 anni di ordini già garantiti».
Le prospettive occupazionali sono destinate a crescere negli anni, affiancando alla parte produttiva quella legata alla ricerca sulle energie rinnovabili. Secondo le prime previsioni e stime, il piano di rilancio prevederebbe uno sviluppo ulteriore di altri trecento posti di lavoro considerando anche l’importanza dell’indotto. Nelle assunzioni i primi ad essere presi in considerazione saranno i lavoratori della cartiera che ancora non sono riusciti a ricollocarsi sul mercato del lavoro. «A loro sarà data la priorità e saranno attivati corsi di riqualificazione professionale» garantisce l’esponente della Lega Nord.
Grande soddisfazione per la riuscita dell’operazione anche da parte del sindaco di Besozzo, il senatore Fabio Rizzi. «E’ un’idea che in realtà abbiamo sempre avuto e su cui sono sempre stato fiducioso vista la serietà degli imprenditori coinvolti – dichiara il primo cittadino – finalmente la Munksjo ha accettato l’offerta della cordata e il progetto si è messo sulla strada giusta; bisogna ancora pazientare qualche mese perché la multinazionale svedese non ha ancora smantellato completamente la produzione».
Sono tre gli aspetti positivi di tutta l’operazione secondo il sindaco di Besozzo. «Innanzitutto creiamo più posti di lavoro di quelli persi con il fallimento della cartiera – sottolinea Rizzi – e in secondo luogo riconvertiamo un’area destinata alla desertificazione facendola restare industriale». Besozzo diventerebbe un polo d’eccellenza nella produzione dei pannelli fotovoltaici e nello studio delle energie rinnovabili. «La nuova impresa – conclude il sindaco – sarà davvero una perla, la punta di diamante del paese che metterà sul mercato un prodotto d’avanguardia e si spenderà nella ricerca e nell’innovazione nel campo delle energia rinnovabili che rappresentano il futuro».
b.melazzini
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