«Questo Paese e la politica che lo governa, per poter far fronte alle sfide future, deve mettere al centro della sua azione le autonomie locali e i territori, senza che gli stessi vengano visti come anomalie da omogeneizzare. Ricordiamoci l’esperienza rinascimentale e la centralità dei Municipi, anche nella genuina concorrenza tra essi».
La parola chiave per lo sviluppo dell’Italia è autonomia. E a farsi portavoce delle esigenze dei sindaci è stato il primo cittadino di Morazzone, segretario provinciale della Lega Nord di Varese, che ieri è intervenuto a Montecitorio, davanti alla presidente della Camera e al ministro in diretta Rai.
Bianchi ha puntato il suo discorso sulla difesa e valorizzazione delle autonomie locali, citando la vicina Svizzera come esempio da seguire.
«Sono orgogliosamente sindaco del Comune di Morazzone – ha esordito Bianchi, unico amministratore della provincia di Varese presente ieri in Parlamento -, piccolo borgo lombardo del varesotto, situato ad una manciata di chilometri dal confine con la Confederazione Elvetica. Apro il mio intervento sottolineando che il comparto dei comuni e soprattutto dei piccoli comuni (probabilmente il comparto più virtuoso della pubblica amministrazione) negli ultimi sette-otto anni sono stati oggetto di continue azioni che hanno visto, da una parte aumentare burocrazia e dall’altra diminuire risorse a disposizione».
Un grido d’allarme, non il primo e probabilmente non l’ultimo, da parte di chi ha lottato per amministrare bene in una situazione sempre più difficoltosa. E quindi il richiamo alla Svizzera.
«Noi che siamo su un territorio separato da un confine lieve, viste le accumunanze linguistiche e culturali, possiamo constatare tutti i giorni che l’attuazione di un processo di sussidiarietà e di decentramento porta sicuramente a dei benefici diretti per i territori amministrati quali responsabilità della politica controllata direttamente dal cittadino, partecipazione democratica elevata, spesa oculata delle risorse».
Bianchi ha poi affrontato il problema dello spopolamento delle piccole aree. Per fermare il quale «risulta necessario un provvedimento normativo ad hoc: non è pensabile risolvere la situazione delle aree interne del paese solamente mandando risorse per fare scuole o altre infrastrutture se non viene fermato l’esodo».
Una soluzione può essere quella di attirare «investimenti privati grazie alla valorizzazione delle tipicità dei nostri piccoli borghi». E quindi «risulta fondamentale la collaborazione da parte di tutte le Istituzioni, in primis le Regioni, vero soggetto coordinatore tra Enti Locali, con conoscenza approfondita del territorio». Bianchi chiude il proprio intervento alla Camera ricordando l’esempio del suo Comune, «il quale non è un’area interna (c’è una stazione, l’ospedale e un aeroporto molto vicini) ma soffre da anni lo spopolamento delle attività economiche del centro storico».
La soluzione è stata «valorizzare il centro storico intorno ad un elemento identitario unico, nel nostro caso un bene del Fondo per l’Ambiente Italiano che sarà una casa-museo dell’ottocento lombardo, inserita nei circuiti culturali varesotti già consolidati come Villa Panza a Varese o il Monastero di Torba. Il nostro percorso è stato valutato positivamente da Regione Lombardia ed è stato, quindi promosso un Accordo di Programma a tre soggetti (Comune, FAI, Regione) che assomma a circa quattro milioni di euro».