Bignasca-Pellicini, altro round “Senza soldi Luino non riderà”

LUINO «Quando annunceremo il prossimo blocco dei ristorni vedremo chi riderà». Stili diversi, diversi modi di fare. Così non sorprende che la battuta del sindaco Andrea Pellicini in difesa dei frontalieri, ancora nel mirino della Lega dei Ticinesi, abbia fatto andare su tutte le furie il leader e fondatore del partito Giuliano Bignasca. Che anche stavolta, senza smentirsi, fa dei toni coloriti e sopra le righe il suo stile per replicare, a modo suo, alle parole con cui Pellicini aveva preso ancora una vola le difese dei 51 mila frontalieri impegnati in Ticino. Accusati addirittura di affacciarsi sul mercato del lavoro del cantone di confine come «morti di fame».

Appellativo utilizzato per giustificare la nuova presa di posizione dei leghisti di oltreconfine. Convinti che «per contenere il crescente tasso di disoccupazione fra i Ticinesi bisognerebbe impedire alle agenzie di collocamento italiane di reperire manodopera frontaliera per le attività del cantone, visto che a pagare le conseguenze della crisi di Fallitalia non possono essere proprio i residenti che si ritrovano a competere con dei morti di fame». Dove «morti di fame», nel linguaggio di Bignasca, era sinonimo di Varesotti e Comaschi.

Un attacco a cui, nelle scorse ore, proprio il sindaco di Luino, già in passato bersagliato duramente dal leader della Lega dei Ticinesi, aveva scelto di replicare con ironia. Chiarendo che «non vale nemmeno più la pena indignarsi per quello che Bignasca dice, anche perché le sue minacce non fanno paura a nessuno». «Si tratta piuttosto – spiegava il primo cittadino luinese – di sparate che vanno prese per quel che sono: vere e proprie sceneggiate da commedia dell’arte. Per questo motivo sto pensando di invitare Bignasca al prossimo Festival della Comicità di Luino: sarà certamente un successo».

Ma l’invito non deve essere piaciuto al diretto interessato. Che, dalle colonne del Mattino online, ha deciso di alzare ancora toni. Tornando a colpire sui ristorni. «C’è poco da ridere, caro Pellicini. Tu e i tuoi compari fra un po’ non avrete neanche più le lacrime per piangere! Vedremo se avrà voglia ancora di ridere quando verrà annunciato il prossimo blocco dei ristorni! Ma neanche col binocolo se li becca sto personaggio».
Parole che, però, non sembrano aver minato l’ironia del sindaco di Luino. «Sono molto preoccupato – conferma -. E schiererò i miei vigili alla dogana di Fornasette». In gioco, però, torna l’arma del ricatto sui ristorni. Con il 50% di quelli relativi al 2010 ancora bloccati, in palese violazione del trattato internazionale tra Italia e Svizzera.

b.melazzini

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