Bologna, 10 gen. (TMNews) – È una grave sconfitta e una vergogna. E qui per una volta non è una questione di colore politico, ma di una società che non è più in grado di intervenire su gravissime emergenze sociali. Così gravi da portare alla morte di un bambino di pochi mesi. Eppure è accaduto a Bologna, una delle città europee considerate più aperte e più accoglienti.
Devid Berghi, venti giorni appena, era uno di due gemellini nati a una giovane coppia italiana (25 anni la madre, 35 il padre), che viveva da giorni all’addiaccio; è sopravvissuto l’altro fratellino così come una sorellina di un anno e mezzo. Altri due fili erano già stati precedentemente tolti all’autorità famigliare e dati in affido. Il procuratore aggiunto di Bologna Valter Giovannini ha aperto un fascicolo d’inchiesta sulla vicenda.
A parte i chiarimenti del commissario straordinario del capoluogo emiliano, Anna Maria Cancellieri, e le spiegazioni dei responsabili dei servizi sociali, tutti gli schieramenti politici e buona parte delle associazioni hanno ammesso la “sconfitta” per la morte di freddo avvenuta in Piazza Maggiore il 5 gennaio. La madre e il padre, assieme agli altri due fratellini, da giorni cercavano un rifugio sotto i portici del centro o dentro i locali della Sala Borse (la biblioteca cittadina) perché rimasti senza un alloggio.
Quasi tutte le reazioni sono di denuncia. “Questo episodio – ammette il segretario provinciale del Pd, Raffaele Donini – rappresenta una grave sconfitta e una vergogna per la nostra comunità cittadina. Dobbiamo sentirci tutti coinvolti per affinare sempre di più gli strumenti di prevenzione sociale e di presa in cura dei casi di marginalità, che sono purtroppo in costante aumento, e sconfiggere il muro dell’indifferenza nella quale vivono i nostri concittadini più deboli e indifesi”.
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Pat/Cro
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