Dopo febbrili giornate di attività investigative, è stata sottoposta a fermo giudiziario la madre del piccolo Loris Stival, il bambino ucciso Sabato scorso nel ragusano. Nel corso dell’ interrogatorio avanti il Procuratore capo di Ragusa, la donna non avrebbe fornito alcun chiarimento circa le numerose incongruenze nelle sue dichiarazioni.
La Procura le avrebbe contestato l’omicidio volontario aggravato dal legame di parentela nonché l’ occultamento di cadavere. Un delitto probabilmente che si sarebbe consumato attraverso l’ utilizzo di fascette da elettricista, già sequestrate, utilizzate per stringere il collo del bambino sino a soffocarlo. Secondo quanto emerso, la donna avrebbe poi cercato di occultare il corpo gettandolo nel canalone in contrada Mulino Vecchio, frazione del piccolo Comune di Santa Croce Camerina. Per ricercare l’assassino, gli investigatori hanno visionato decine di filmati di telecamere, il racconto della donna sembrerebbe essere stato smentito.
A fronte di tali accuse, il pubblico ministero ha disposto il fermo della madre del piccolo, a norma dell’ art. 384 c.p.p. Tale misura, definita precautelare, ha lo scopo fondamentale di non compromettere lo sviluppo delle indagini. In particolare, le condizioni cui è subordinata la possibilità di adottare il fermo, sono, sia la sussistenza di elementi specifici che facciano ritenere fondato il pericolo di fuga sia l’esistenza di gravi indizi in ordine alla commissione di uno dei gravi delitti previsti dalla norma e puniti con pene particolarmente severe.
Tra questi è compreso l’omicidio aggravato che prevede la pena dell’ergastolo. Ovviamente la misura di fermo dovrà essere vagliata da un giudice terzo, che dovrà convalidare o meno. Il giudicante dovrà fare specifico riferimento ad elementi concreti risultanti dagli atti delle indagini che giustifichino tale provvedimento, anche applicando, se richiesto dalla Procura, una vera e propria misura cautelare come, per esempio, la misura in carcere. Si è conclusa così drammaticamente una giornata intensa per le forze di polizia e la magistratura, che hanno cercato di mettere insieme tutti i pezzi di questa terribile vicenda.