«Tutto è migliorabile in medicina, a questo si dedica la ricerca quotidiana, anche sui vaccini. Ma non possiamo restare fermi in attesa della perfezione. Tutti i dati scientifici raccolti fin qui sono inequivocabili sull’efficacia e la necessità dei vaccini». Parola di , immunologo, docente dell’Università dell’Insubria e primario del reparto di Malattie infettive e tropicali del Circolo che nei mesi scorsi ha fatto parte del pool di specialisti convocati dall’assessore regionale Gallera per affrontare la questione dei vaccini antimeningite.
Purtroppo sì. Siamo arrivati al punto in cui la copertura vaccinale per alcune malattie altamente diffusive, come il morbillo, è inferiore ai livelli minimi di sicurezza prescritti non solo dal nostro Ministero per la salute, ma anche dall’Organizzazione mondiale per la sanità e da altri enti sovranazionali preposti alla tutela della salute pubblica. E la tutela della salute pubblica è superiore ai singoli interessi, per questo è diventato necessario un obbligo più stringente.
Sono d’accordo. Trovo delirante la corsa degli ultimi mesi al vaccino contro la meningite, malattia di cui si ammalano 200 persone l’anno in Italia. Pochissime. Detto questo, se avessi un figlio in età pediatrica e mi fosse offerta la vaccinazione contro la meningite di tipo B, per i piccoli entro i due anni di vita, o contro il ceppo C per gli adolescenti, coglierei l’opportunità di questo vaccino, perché è sicuro ed efficace. Ma rimane una scelta personale, dal punto di vista della salute pubblica non c’è necessità di renderlo obbligatorio.
Certo, ma viene già fatta. Uscirà a breve un opuscolo aggiornato sui casi speciali in cui è sconsigliata la vaccinazione. E questo perché l’obiettivo è la salute pubblica e quindi vaccinare in tutta sicurezza.
chi paventa il rischio di conflitti d’interesse tra medici e case farmaceutiche.
Non bisogna commettere l’errore di confondere un male purtroppo diffuso in Italia, quello della corruzione, con l’onestà professionale di un’intera categoria, quella medica, che salvo qualche rarissima e per me incomprensibile eccezione, è schierata con l’evidenza scientifica dei benefici della vaccinazione.
Non mi occupo di tecnologia farmaceutica ma la ricerca prosegue anche sui vaccini e le loro componenti per migliorarli sempre. Oggi sono sicuri, infinitamente meglio delle malattie da cui ci difendono. Lo dicono i dati scientifici, tutti. Il resto sono notizie fuorvianti prive di basi scientifiche. Si vaccina nella prima età pediatrica proprio perché i piccoli sono più esposti al rischio di complicazioni delle malattie da cui li si vuol proteggere e accorpare più vaccini serve a limitare il numero di punture.