Bisuschio, è caccia al pirata “Ha travolto nostra madre”

BISUSCHIO «Vogliamo che si faccia tutto il possibile per arrivare ad identificare il pirata della strada che ha travolto nostra madre sulle strisce pedonali. Andandosene senza fermarsi e chiamare i soccorsi. Lanciamo anche un appello a chiunque avesse visto qualcosa. Affinché si metta in contatto con le forze dell’ordine. Nella speranza che con la sua testimonianza possa indirizzare le indagini in corso».
Ma non solo. Perché i figli di Luigia Manuzzato, l’anziana di 81 anni investita da un automobilista che poi si è

data la fuga, lo scorso 18 novembre all’altezza di via Giuseppe Mazzini, in pieno centro a Bisuschio, oltre a chiedere «attenzione e aiuto alle indagini» si rivolgono direttamente al pirata della strada.
E lo fanno tramite  il loro l’avvocato Francesca Urru, che li sta sostenendo nei rapporti con le forze dell’ordine e procura. Perché i figli della donna Marino e Mariangela Frigerio hanno deciso di mandare un messaggio forte  e diretto a chi quella mattina era al volante dell’auto che ha urtato, proprio sull’attraversamento pedonale posizionato davanti al municipio, l’anziana: «Vogliamo chiedergli di costituirsi alle forze dell’ordine il prima possibile visto che le condizioni di nostra madre si stanno aggravando».
Parole che ricalcano quelle del comandante della polizia locale della Comunità montana Valceresio, il commissario Mauro Comolli, che, proprio nelle ore immediatamente successive all’investimento e alla fuga, aveva invitato la persona al volante a presentarsi direttamente nelle sede comando in via Giuseppe Mazzini 8 a Bisuschio. Dalle 11 del 18 novembre, poi, le condizioni di salute della donna sono ulteriormente peggiorate. «Il quadro clinico – sottolinea infatti l’avvocato Francesca Urru –  si è purtroppo aggravato e attualmente le condizioni dell’anziana, ricoverata nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Circolo di Varese, sono critiche. Al punto che i medici che la hanno in cura definiscono il quadro come compromesso».
Il rischio, infatti, è quello che la donna autosufficiente e in forma prima dell’investimento possa peggiorare ulteriormente. Fino a non farcela. Da qui il disperato appello dei figli. «In uno scenario drammatico – aggiunge il legale – che aggraverebbe ulteriormente le ipotesi di reato a carico dell’investitore che attualmente sono lesioni colpose gravi e omissione di soccorso». Sarebbe così nel suo stesso interesse ammettere le proprie responsabilità. Nell’attesa  l’avvocato si rivolgerà oggi alla Procura per chiedere che le indagini, per ora senza testimoni diretti, «continuino celermente e con la massima attenzione». La speranza, però, è anche quella di agevolarle proprio con la ricerca di eventuali testimoni. «Quella strada – conclude infatti l’avvocato Francesca Urru – è normalmente molto trafficata. E ci sono una serie di attività commerciali affacciate sulla statale. Qualche cliente magari potrebbe aver notato qualcosa e non averci dato peso. Questi dettagli, invece, sono fondamentali per inchiodare il pirata della strada alle proprie responsabilità».

b.melazzini

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