Blitz antidroga in Valcuvia: dopo la maxi inchiesta, due patteggiano e uno rilasciato

Dopo una maxi inchiesta estiva sullo spaccio di cocaina in Valcuvia, due arrestati hanno patteggiato, mentre un terzo è stato rilasciato. L'indagine ha rivelato il complesso modus operandi dei pusher nella zona del Lago Maggiore

Un’operazione condotta dai carabinieri del reparto investigativo di Varese e della Stazione di Luino ha portato all’arresto di tre individui coinvolti in un ampio giro di cocaina attivo nei paesini della Valcuvia e del Luinese. Il blitz ha avuto luogo in estate e ha visto anche un’escursione fino a Gela, in Sicilia, dove una donna classe 1998, tra i sospettati, era in vacanza.

Le indagini hanno rivelato un sistema di spaccio ingegnoso, con i pusher che posizionavano le bustine di cocaina all’interno delle cassette delle lettere, dopo aver ricevuto gli ordini tramite messaggi. Queste modalità di operare hanno permesso loro di eludere i controlli delle forze dell’ordine, generando decine di cessioni documentate che hanno portato a un’ordinanza di custodia cautelare.

Tuttavia, il recente sviluppo processuale ha sorpreso: due degli arrestati hanno ottenuto il trasferimento ai domiciliari, avendo patteggiato la pena, grazie alla difesa dell’avvocato Alberto Zanzi. Il terzo arrestato, assistito dall’avvocato Corrado Viazzo, è stato rilasciato per mancanza di gravi indizi di colpevolezza, secondo quanto stabilito dal tribunale del Riesame, il quale ha valutato che le esigenze cautelari non sussistevano più.

Le prove raccolte durante l’inchiesta sono sostanziali: oltre a un linguaggio cifrato utilizzato dai pusher e a un’attività di consegna della droga a domicilio, è emersa anche l’esistenza di una società a responsabilità limitata, una carrozzeria a Besozzo, sfruttata come copertura per le operazioni illecite. Questo intricato sistema ha trovato riscontro in un’attenta sorveglianza, che ha visto l’uso di videocamere, intercettazioni ambientali e sistemi GPS per monitorare le attività degli spacciatori.

Il contrasto tra legalità e illegalità emerge chiaramente in questa vicenda, rivelando le complesse dinamiche dello spaccio di droga attorno al Lago Maggiore. Le modalità operative dei trafficanti, come i tempi e i luoghi delle cessioni, raccontano una realtà segnata dalla domanda di cocaina e dall’avidità di guadagni illeciti. Le indagini continuano a far luce su un fenomeno che, purtroppo, sembra resistere, rendendo evidente la sfida costante per le forze dell’ordine nella lotta contro la criminalità organizzata nella regione.