Blitz alla metropolitana di Brescia: stavolta il writer bustocco “Faes” rischia grosso. La Procura sta valutando l’accusa di associazione a delinquere.
Per ora su Andrea G., 28 anni, designer bustocco di buona famiglia, pendono le accuse di concorso in danneggiamento e imbrattamento, aggravati dai futili motivi, oltre a quella per intrusione in edificio pubblico, insieme ad altri cinque writer (di cui uno, 33 anni, di Varese), per l’assalto notturno ai vagoni della metropolitana di Brescia, compiuto lo scorso gennaio e poi immortalato con un video trasmesso su Youtube.
Al sesto writer è andata peggio, colto in flagranza di reato in terra austriaca, e arrestato.
Ma tutti insieme ora corrono il rischio di un’accusa ben più grave, l’associazione per delinquere.
Sì, perché a partire dalle indagini della polizia locale di Brescia, la Procura della Repubblica e la Procura dei Minori hanno compiuto un’operazione su larga scala, identificando ben 34 persone, ritenute colpevoli di vari episodi di imbrattamento in giro per la città di Brescia.
Il clamoroso “blitz” di gennaio era stato pianificato in modo scientifico dalla gang di writer, tra cui il bustocco “Faes” (lo pseudonimo con cui “firma” i suoi attacchi).
Erano stati riempiti di graffiti cinque vagoni della nuova metro di Brescia, alcuni dei quali erano stati addirittura sostituiti.
Ora gli inquirenti sono venuti a capo dei protagonisti: durante le perquisizioni, nelle case degli indagati sono stati trovati “marker” e “squeezer” (pennarelli a punta larga, specifici per il “writing”), centinaia di bombolette, tappi erogatori, guanti in lattice, passamontagna, una chiave universale di apertura delle porte dei vagoni, uguale a quella in dotazione al personale delle ferrovie.
Il bustocco “Faes”, alias Andrea G., 28 anni, di professione designer e di buona famiglia, è il recidivo del gruppo: prima di colpire in trasferta, si è distinto in varie azioni lasciando la sua “tag”, nel gergo dei writer, su numerosi edifici della città: tra i più eclatanti la maxi-scritta sul palazzo in costruzione (ormai da molti anni, visto che è fallita l’impresa che aveva avviato i lavori) ai piedi dello svincolo dei Cinque Ponti.
Un anno e mezzo fa era già stato fermato in città, mentre girava con la mani sporche di vernice a bordo di un suv con un altro “compagno di merende”.
Ora le sue scorribande rischiano di costargli care. Anche economicamente, perché il Comune di Brescia chiederà di risarcire integralmente i danni.
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