Il mondo della nightlife è in fermento, e non solo per la musica che fa vibrare i locali di tutto il mondo. Due dei DJ più famosi della scena internazionale, Bob Sinclar e Tommy Vee, hanno recentemente espresso opinioni divergenti su un tema sempre più rilevante: l’uso dei cellulari nei club e nelle discoteche. Mentre Sinclar, icona del French touch, ha lanciato un accorato appello contro l’uso smodato dei telefoni durante i suoi set, il collega veneziano Tommy Vee ha offerto una prospettiva più sfumata, riconoscendo il problema, ma suggerendo che un equilibrio sia possibile.
La peggior serata della carriera di Bob Sinclar
Bob Sinclar, noto per le sue hit che hanno fatto ballare milioni di persone, ha recentemente descritto la sua esperienza a Mykonos come la “peggiore della sua carriera”. Sul suo profilo social, il DJ francese ha espresso tutta la sua frustrazione per una serata che sembrava promettere bene: il club era magnifico, il pubblico entusiasta, ma qualcosa è andato storto. Nonostante una selezione impeccabile di brani che spaziavano tra commerciale, techno e deep house, Sinclar si è ritrovato di fronte a un pubblico immobile, più interessato a riprendere la serata con i propri cellulari che a lasciarsi andare al ritmo della musica.
Nel suo sfogo, Sinclar non ha trattenuto la delusione: «Magari è colpa mia, non so cosa succede… Non mi sono mai annoiato tanto», ha dichiarato, aggiungendo un appello che ha rapidamente fatto il giro del web: «Smettetela di usare i cellulari nei club. Ballate!». Il messaggio ha colpito un nervo scoperto, ricevendo migliaia di commenti di supporto da parte dei suoi fan, molti dei quali hanno ironizzato sulla “phone generation”, giocando sul titolo della sua celebre hit Love Generation.
La risposta di Tommy Vee: “L’equilibrio è la chiave”
A distanza di pochi giorni, un’altra voce autorevole della scena musicale, Tommy Vee, è intervenuta nel dibattito. In un’intervista rilasciata durante una delle sue serate al BluBay di Castro, in Puglia, il DJ veneziano ha espresso solidarietà nei confronti di Bob Sinclar, ma ha anche proposto una visione più equilibrata del fenomeno. «Certo che mi è capitato», ha detto Vee, riferendosi alla sua esperienza con un pubblico troppo concentrato sui cellulari. «Bob Sinclar è un amico e lo capisco. Credo però che, come in ogni cosa, ci voglia dell’equilibrio. Vietare l’utilizzo dei cellulari nei locali è una extrema ratio, mi sembra un po’ esagerato».
Tommy Vee ha spiegato che in alcuni locali, come a Berlino, è già in uso vietare l’uso dei cellulari per preservare l’atmosfera e garantire la privacy dei partecipanti. In altri casi, come al Pyke’s Club di Ibiza, famoso per essere stato il set del videoclip di Club Tropicana degli Wham!, l’utilizzo dei telefoni è proibito e chi infrange la regola rischia addirittura di essere ripreso dagli altri clienti. Tuttavia, Vee sottolinea che il problema non è tanto l’uso del telefono in sé, quanto l’eccesso. «Abbiamo cercato la spettacolarizzazione assoluta della nightlife, con performance così ricercate e show così pazzeschi che in certe occasioni ballare è davvero l’ultima cosa», ha osservato. «Poi ci sono altre situazioni in cui è ridicolo vedere una pista completamente paralizzata perché la gente anziché divertirsi sta a riprendere. Cosa te ne fai di due ore di Bob? Fai 5 minuti di video e poi divertiti!».
Il futuro dei club: tra privacy e spettacolo
La discussione sollevata da Bob Sinclar e Tommy Vee riflette un cambiamento profondo nel modo in cui le persone vivono la musica e la vita notturna. Da un lato, c’è il desiderio di catturare e condividere ogni momento sui social, dall’altro, la necessità di vivere appieno l’esperienza, lasciandosi trascinare dalla musica senza distrazioni. Mentre alcuni club scelgono di vietare i telefoni per mantenere l’esclusività e l’autenticità dell’esperienza, altri continuano a puntare su spettacoli mozzafiato che inevitabilmente attraggono l’occhio delle fotocamere.
Il dibattito resta aperto: sarà possibile trovare un equilibrio tra la voglia di documentare e quella di vivere il momento? Se c’è una lezione da trarre dalle esperienze di Bob Sinclar e Tommy Vee, è forse questa: la musica è un’esperienza da vivere in prima persona, non attraverso lo schermo di un cellulare. In fondo, come suggerisce Vee, ”ci sta che fai due foto, ma non puoi farti divorare da questa bulimia da video e da social”. Un messaggio che, speriamo, farà riflettere molti frequentatori delle discoteche, affinché la magia della musica non venga soffocata dal frenetico clic delle fotocamere.