VARESE La Lega rinuncia alla corsa solitaria. E torna tra le braccia di Silvio. Una scelta che scontenta la maggioranza dei militanti.
E proprio la Varese di Bobo è la capofila della rivolta. Lo stesso giorno dell’annuncio dell’alleanza rinnovata con il Pdl, il consigliere nazionale Stefano Cavallin, che rappresenta la provincia di Varese in seno alla Lega Lombarda, ha portato all’attenzione dei vertici quello che è «il sentimento della base della provincia». Ovvero, la contrarietà
a tornare con il Pdl.
«La base è delusa da vent’anni di inconcludenza – dice Cavallin – il governo di coalizione non ha portato a casa i risultati sperati. Sarebbe digeribile un’alleanza con un Pdl completamente rinnovato, dove non ci fossero più né Berlusconi né Formigoni. E chiaramente nordicizzato. Ma la vedo dura».
Ma il leader Roberto Maroni “gela” gli animi dei più duri e puri. E ha confermato preventivamente (la decisione finale era attesa nel consiglio federale di oggi) l’alleanza con Berlusconi.
«Da soli andremmo incontro ad un’inevitabile sconfitta – ha detto – invece costruire la macroregione è un’occasione storica. A chi dice mai con il Pdl, ricordo che per coerenza i sindaci che governano in quasi 400 comuni con il Pdl dovrebbero dimettersi, e lo stesso i nostri due presidenti di regione».
I vertici locali sono comunque a favore dell’alleanza. Come il presidente uscente della Provincia di Varese Dario Galli, potenziale candidato alle regionali.
«È un’ipotesi su cui si lavorava da tempo – sostiene Galli – abbiamo alle spalle anni di buongoverno in Lombardia. Come sappiamo, la fine della giunta è stata dovuta a motivi esterni. Possiamo quindi garantire ottimi risultati come nel passato, nonostante i media siano schierati o con la sinistra o con Monti. Partiamo svantaggiati, ma non possiamo perdere, altrimenti la Regione andrebbe alla sinistra. Il Pdl ha inoltre accettato tutte le nostre condizioni».
E sull’amarezza espressa dai militanti: «Bisogna fare i conti con la realtà e muoversi per ottenere il miglior vantaggio per i cittadini lombardi».
Attilio Fontana, sindaco di Varese, è un po’ meno entusiasta di Galli, ma appoggia comunque la scelta: «È chiaro che ci sono aspetti positivi, come il fatto di riuscire a mantenere un’esperienza che ha dato riscontri positivi, le maggiori probabilità che diventi governatore e, infine, che anche a livello nazionale si creino condizioni per non lasciare che il Paese rimanga nelle mani della sinistra, o di un centro imbarazzante».
Non la vede così la base, e soprattutto il popolo leghista che si agita sul web.
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s.bartolini
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