«Boicottare Pedemontana? Stronzata. Comaschi affetti dalla sindrome Tafazzi»

Il Governatore Maroni all’inaugurazione della tratta “B1” non le manda a dire: «Penseremo a degli sconti per i pendolari: più di così davvero non possiamo fare»

«Il boicottaggio di ? Tecnicamente una “stronzata”». E gli amministratori comaschi che lo propongono hanno «la sindrome Tafazzi». Il governatore di Regione Lombardia apre la tratta B1 di Pedemontana, che da oggi arriverà fino a Lentate sul Seveso, e promette «sconti per i pendolari», ma anche i secondi lotti delle tangenziali. Ma sul affila le armi: «Più di così non possiamo fare, è Roma che stabilisce il piano finanziario delle autostrade. Dobbiamo andare là e battere i pugni sul tavolo».

Dopo giorni di polemiche, è il presidente Roberto Maroni a dire la sua sui pedaggi di Pedemontana, in occasione del taglio del nastro della tratta B1 dell’autostrada A36 a Lomazzo. Contro la mobilitazione degli amministratori locali lariani, Maroni non è per niente tenero e a proposito del sindaco e del presidente della Provincia di Como che invitano a boicottare, afferma: « – spiega il governatore – c’è chi è contro tutto, come i No global e i No Tav,

ma bisogna stare attenti a giocare con queste cose perché poi ci si fa del male. Boicottaggio? Io sono per risolvere i problemi e i problemi si risolvono andando a Roma, picchiando i pugni sul tavolo, discutendo e facendosi sentire, non facendo queste “stronzate”. Tecnicamente gli inviti al boicottaggio si chiamano “stronzate”. Primo perché non funzionerà, secondo perché un danno per tutti, per noi in primo luogo». Anche Maroni vorrebbe le autostrade gratis, ma non si può fare: «Se Renzi avesse il coraggio di applicare i costi standard, Regione Lombardia potrebbe fare tutte le opere infrastrutturali, pagandole e non facendo pagare il pedaggio ai cittadini». Ma così non è, e d’altra parte, ricorda Maroni, «tutto dipende da Roma» anche per i pedaggi.

«Regione Lombardia non ha titolo per non farli pagare – spiega il governatore – la tariffazione è stata decisa nel 2007 dall’allora governo, andate a vedere chi governava () e io non posso modificare una deliberazione del . Detto questo, siamo intervenuti come Regione, l’abbiamo aperta gratuita fino al 31 ottobre, e questo non tutti se lo ricordano, a novembre non si paga, e questo non tutti lo scrivono, a dicembre e gennaio sarà scontata al 50%. Ora ho chiesto a Sarmi l’impegno di prolungare lo sconto del 50% per i “frequent drivers”, quelli che passano su queste strade per più di 8/9 volte al mese. Di più non si può fare perché la legge ce lo impedisce». Una sorta di “abbonamento” per i pendolari di Pedemontana e tangenziale, questa la soluzione prospettata. Anche se rimane la critica al governo, ieri assente a Lomazzo: «Se nessuno ha trovato il tempo di venire oggi qua, dà l’idea di quanto a Roma siano interessati alle infrastrutture di Regione Lombardia – allarga le braccia Maroni – conosco bene questa situazione, e non mi preoccupa: nella mia prima riunione in Regione prima ancora dell’insediamento ufficiale come presidente, si temeva che Pedemontana non sarebbe stata messa in esercizio. Sono un lottatore, finora ce l’ho fatta e voglio arrivare fino in fondo». Fino a Bergamo. «L’impegno – ha affermato il governatore dal palco – è di iniziare i lavori per la tratta B2 e la C entro il 2016, per la D entro il 2019. Ci sono criticità, le risorse non ci sono tutte, ma aspettiamo da maggio che il governo dia il via libera al progetto, già presentato, ma dal ministero fanno fatica a sentire la nostra voce. Insisteremo».

Attendono risposte da Roma anche i secondi lotti delle tangenziali di Varese e Como: «I progetti sono già al ministero, che deve validarli e mandarli al Cipe per la formazione del Piano economico finanziario, poi si fanno le gare. Le risorse ci sono: non posso iniziare i lavori finché qualcuno a Roma non si sveglia, prende in mano il dossier che abbiamo già presentato, lo porta al Cipe e lo approva».