Bologna, 1 feb. (Apcom) – Il candidato non c’è ancora. Il Partito democratico di Bologna, riunito dalle 18 per il direttivo alla presenza del segretario nazionale Pierluigi Bersani, non ha ancora trovato il nome per prendere il posto – o almeno provarci – di Flavio Delbono, dimessosi una settimana fa dopo il “Cinzia-gate”.
Dopo il pressing su Romano Prodi (che ha detto di non essere interessato, anche se ha puntualizzato di non aver ricevuto nessuna richiesta ufficiale), Bersani è corso a Bologna per ascoltare la base del partito. Che al momento non ha trovato una linea comune per le prossime amministrative: se fare o meno le primarie e chi candidare. A parte l’ex premier, i più quotati sono: Luciano Sita, ex patron della Granarolo, assessore alle Attività produttive nella giunta Delbono;
Duccio Campagnoli, assessore alle Attività produttive della Regione Emilia-Romagna; Maurizio Cevenini, presidente del Consiglio comunale. “La candidatura di Prodi sarebbe da parte di tutti autorevole – spiega a margine del direttivo del Pd Cevenini – . In assenza di questa serve un candidato forte e condiviso: lo si percepisce nella città e nei circoli del partito. Primarie? Nel caso di primarie lo slogan sarebbe `Cev c’è'”. “Nel caso delle primarie – aggiunge Campagnoli – io penso di poter dare il mio contributo. Tutti quelli che possono dare un contributo devono essere in campo. Le primarie credo che siano un dovere nei rapporti dei cittadini”.
La riunione proseguirà fino a notte fonda. Intanto si attende di conoscere la decisione del Ministero dell’Interno, sulla possibilità di accorpare comunali e regionali il 28 marzo. “Le nostre decisioni sono chiare – ha detto Bersani in serata -. Adesso il Governo prenda, e rapidamente, la sua decisione”.
Pat
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