Bologna, un fermo per contestazione a Maroni. Poi rilasciato

Bologna, 6 mag. (TMNews) – Si chiama ‘Sam’, è stato fermato per qualche ora e poi rilasciato. E’ il nome del giovane fermato nel tardo pomeriggio appartenente al gruppo di giovani studenti universitari e anarchici che hanno tentato di avvicinarsi alla sede della Lega nord in cui si è svolta questo pomeriggio una conferenza stampa alla presenza del ministro dell’Interno, Roberto Maroni. Per tutta la giornata, a Bologna, si sono svolte manifestazioni e proteste, tra la sciopero generale della Cgil e l’annunciata iniziativa del Carroccio.

Maroni è arrivato intorno alle 17 nel capoluogo emiliano. Ad attenderlo avrebbero voluto esserci le centinaia di manifestanti che hanno promosso un corteo nei pressi del centro storico. Visti gli annunci dei giorni scorsi e viste le tensioni della mattina a causa della manifestazione del sindacato ‘rosso’, è stato forte il dispiegamento dei militari della polizia e dei carabinieri che hanno impedito al corteo di avvicinarsi a via Nazario Sauro dove ha sede il quartier generale di Manes Bernardini, candidato sindaco per Pdl e Lega nord.

I collettivi sono stati fermati dalla polizia nei pressi di via Ugo Bazzi prima che tentassero di avvicinarsi al luogo in cui il ministro Maroni avrebbe tenuto la conferenza stampa. Tra manifestanti e forze dell’ordine è stata alta la tensione tanto che i militari, in tenuta antisommossa, hanno eseguito una breve carica e hanno fermato per poche ore il giovane Sam. Dopo la conferenza stampa, Maroni ha incontrato il commissario straordinario Anna Maria Cancellieri presso la Prefettura di Bologna.

Nel corso dell’incontro con i giornalisti, il ministro dell’Interno ha commentato “E’ molto triste dover schierare i carabinieri davanti alle sedi dei partiti, è triste vedere gridare giovani slogan fascisti e giovani che minacciano di chiudere le sedi della Lega”. Sono comportamenti, secondo il ministro dell’Interno “che richiamano le squadracce fasciste. Finché c’è libero confronto va bene, ma non si possono accettare le minacce. La violenza non è mai tollerabile e non lo sarà mai: bisogna fermarli perché è un sintomo di degenerazione. Ma noi non ci facciamo intimidire”.

Pat/Sar

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