Roma, 10 dic. (TMNews) – “Ora ho paura per la mia famiglia”: così intervistato dal Messaggero, Marco Cuccagna, il direttore generale di Equitalia che ieri ha aperto il plico bomba, a lui inviato nella sede dell’agenzia di via Millevoi a Roma, e rivendicato dalla Fai (Federazione anarchica informale” eri Cuccagna è stato operato e i medici sono riusciti a salvargli la vista e a suturargli le tre dita lacerate dall’esplosione, anche se ha perso una falange dell’anulare. “Per fortuna non avevo gli occhiali in quel momento. Sarebbe stato di disastro”, dice Cuccagna. I medici del Sant’Eugenio di Roma hanno del resto spiegato di avergli comunque dovuto estrarre “numerosi corpi estranei congiuntivali, corneali e sclerali, piuttosto profondi”.
“Sembrava una porta tagliafuoco, invece era una bomba” ha detto ai microfoni di TmNews un dipendente di Equitalia, Marco Lotito. “E’ stato un atto dimostrativo perchè in questo paese non fa comodo attaccare Equitalia. Non si può stare allegri, è ovvio. Personalmente penso che questa sia la campagna di odio portata avanti da qualcuno… Radio… Anche le istituzioni”.
Una terza bomba potrebbe essere recapitata a un’atra banca o istituzione europea. Infatti il volantino dentro il plico è simile nei contenuti a quello contenuto nel plico esplosivo recapitato nei giorni scorsi all’amministratore delegato della Deutsche Bank, Josef Ackermann, a Francoforte. Inoltre nella busta è stato rilevato il timbro postale di un ufficio milanese, il plico quindi è stato spedito da Milano come come nel caso di Francoforte. Il messaggio di rivendicazione del plico esplosivo inviato a Francoforte era scritto a mano e in italiano e nella lettera di rivendicazione, da quanto riferito dalla polizia tedesca, l’organizzazione menzionava in un comunicato “tre esplosioni contro banche, banchieri, zecche e sanguisughe”. La polizia tedesca, quindi, ha ipotizzato quasi subito il probabile invio da parte dell’organizzazione terroristica di altre due lettere bomba. E una sarebbe quindi quella esplosa oggi ad Equitalia.
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