Palermo, 20 lug. (Apcom) – Giunto in serata a Palermo alle commemorazioni per il 18esimo anniversario della strage di via d’Amelio, il presidente della Camera Gianfranco Fini ha lasciato il segno. Prima fermandosi a parlare con i manifestanti del ‘popolo delle agende rosse’, a cui ha detto che Vittorio “Mangano non è un eroe” – in risposta alla frase di Marcello Dell’Utri. “Vittorio Mangano – ha detto il presidente della Camera – era un cittadino italiano condannato in via definitiva per reati di mafia, e per tale motivo non può essere considerato un eroe”. E poi, nelle celebrazioni, aggiungendo: “E’ la prima volta quest’anno che è a tutti chiaro che non ci fu solo mafia dietro le stragi del ’92”.
Perché, è il ragionamento di Fini, “le indagini di Caltanissetta stanno mettendo in evidenza come non fu solo un attentato di mafia, ma ci fu anche la contiguità, la collusione, la complicità di segmenti certamente deviati, personaggi che agivano in quel momento nel nome dello Stato”. Fini ha sottolineato come “fosse doveroso fermarmi a parlare con i ragazzi del ‘popolo delle agende rosse’, invitarli a rispondere alla loro coscienza e che non si può essere – ha concluso citando lo scrittore Leonardo Sciascia – ‘professionisti dell’antimafia”.
Parole che provocheranno un nuovo strascico di polemiche nella maggioranza. A Palermo si chiudevano i tre giorni dedicati al giudice Borsellino e alla sua scorta nel 18esimo anniversario della loro morte in un clima ricco di messaggi. “Fare luce sulle stragi” e avviare nuove indagini sull’uccisione ha chiesto il capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Un appello raccolto immediatamente dal ministro di Giustizia, Angelino Alfano, che in una nota ha offerto tutta la sua disponibilità “personale ed istituzionale”
per accertare la verità sulla morte di Borsellino. Anche Silvio Berlusconi, non presente a Palermo così come Alfano, ha ricordato il pm ammazzato dalla mafia definendolo “un esempio di dedizione allo Stato e di lotta all’illegalità”, un “patrimonio prezioso di civiltà e di democrazia”. Era invece a Lamezia Terme per l’anniversario delle associazioni anti-racket il ministro dell’Interno Maroni che ha lodato i risultati del governo: “Stiamo facendo un’azione molto efficace contro la criminalità organizzata. Gli arresti si susseguono, così come l’aggressione ai patrimoni mafiosi sta registrando risultati che non ha precedenti”.
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