Cinquanta sfumature di Lega. Beh, non proprio cinquanta. Ma due sì; magari anche tre. A Varese, alle amministrative del 5 giugno, si sfideranno la Lega Civica e la Lega Nord. La Lega Blu e la Lega Nera, per riprendere la battuta al vetriolo di Stefano Malerba, che contesta al Carroccio di essersi spostato all’estrema destra dello scacchiere politico, abbandonando l’area moderata e abbracciando il radicalismo lepeniano. E in effetti, a ben guardare, quella di Malerba non è
una voce isolata.
Lo stesso Umberto Bossi (artefice di una Lega diversa, una Lega culturalmente e politicamente terza rispetto alle suddette due), sul Corriere della Sera dell’altro giorno, rimproverava duramente Matteo Salvini, sia nel merito sia nel metodo.
Nel merito, perché la nouvelle droite imboccata dal leader leghista ha ben poco a che fare con quella padana cui il Senatur diede i natali, portandola in pochi anni dalle valli varesine al governo nazionale. Bossi, che nell’intervista al Corriere ricorda la propria “famiglia partigiana”, guarda infatti con scarsa simpatia alla radicalizzazione e ai compagni di viaggio del nuovo corso.
Ma anche nel metodo, perché l’Umberto considera perdente la strategia romana architettata da Salvini. «Fossi a Roma – confida Bossi – voterei Marchini». Come dire, rinchiudersi da soli in un recinto estremista rischia di regalare intere praterie a Matteo Renzi. Pericolo che Berlusconi (col quale Bossi ha sempre avuto parecchia sintonia) non intende correre. Ed è per questo che il Cavaliere ha scelto proprio Roma per alzare i toni, rivendicare la propria leadership e rimarcare una collocazione politica che, qualunque sia l’esito della corsa capitolina, salva dall’estinzione il concetto stesso di centrodestra.
E Varese? A Varese le ricadute delle dinamiche nazionali si sentono eccome. Salvini approda a getto continuo sul territorio, ribadendo e rilanciando le proprie priorità, i propri slogan e rivendicando l’egemonia leghista sulla coalizione che sostiene Orrigoni. Ma è proprio quell’egemonia e quell’estremismo che hanno convinto l’altra Lega, la Lega Blu, a stare alla larga, mantenendo un percorso alternativo.
Tutto sta nel capire se la squadra che sostiene Malerba proseguirà sulla via mantenuta finora, resistendo alle pressioni, agli strattoni, alle adulazioni, ai canti delle sirene che, con l’approssimarsi del 5 giugno, crescono di intensità.
Quello dell’ago della bilancia è un compito difficile, ma come si diceva nel film: da un grande potere derivano grandi responsabilità.