Brebbia e il “sindaco del fagiolo” Una community che vale oro

VARESE «Il cibo buono, pulito e giusto non può che essere un prodotto locale». Questo il motto di Ivan Rovetta, referente di Sloow Food Varese. L’associazione ha creato delle vere e proprie “comunità del cibo”, ovvero gruppi di soggetti virtuosi che producono, trasformano e distribuiscono cibo di qualità in maniera sostenibile e legate a un territorio dal punto di vista storico, sociale e culturale.

«La comunità del cibo – spiega Rovetta – è l’alternativa concreta al dilagante individualismo della nostra attuale società: il bene comune lo fa la comunità». Così, oltre a promuovere prodotti locali e di stagione, l’associazione si fa paladina della salvaguardia di quegli alimenti naturali autoctoni che rischiano l’estinzione.

Contro l’individualismo si è schierato, al fianco di Sloow Food, anche il comune di Brebbia, grazie alla spinta del “sindaco del fagiolo”. Questo è il nomignolo di Domenico Gioia, sindaco di Brebbia, così appellato per il merito di aver realizzato una vera e propriea comunità del fagiolo. Grazie alle memorie di suocera e anziani brebbiesi, Gioia ha deciso di promuovere un prodotto locale che trova le sue fondamenta nelle leggende legate alle legioni romane.

«Le leggende hanno sempre un fondo di verità. Circa quattro anni fa, mentre ero assessore all’ecologia e al turismo, ho procurato dei sementi, li ho distribuiti ad alcune famiglie perché li piantassero nell’orto di casa – racconta il “sindaco del fagiolo” – La cosa ha suscitato curiosità e alla fine siamo arrivati a stilare un disciplinare di coltivazione del nostro fagiolo. Ora siamo cresciuti: non siamo, però, un’azienda che promuove un prodotto ma un prodotto in cerca di azienda». Quello di Brebbia è l’unico fagiolo indoeuropeo e ora l’obiettivo è di trasformare questa comunità in una piccola cooperativa agricola.

Oltre alle classiche ricette a base di fagioli, a Brebbia vengono realizzati prelibati dolci, ad hoc anche per i ciliaci. «Ci piacerebbe iniziare a rifornire le pasticcerie e i ristoranti con il nostro fagiolo».

Il costo di queste prelibatezze è di sette euro al chilo: «Un prezzo stracciato se si pensa alle modalità di coltivazione, al tempo dedicato per il raccolto e la sbacellatura che, per fortuna, viene fatta manualmente dalle nostre nonnine volontariamente». Lo stesso discorso vale per l’azienda agricola BioBaj di Cantello, l’unica a produrre asparagi biologici. Ma non solo, la BioBaj coltiva anche prodotti stagionali. «La spesa a chilometro zero e le “comunità del cibo” – spiega la titolare, Federica Baj – sono realtà che potrebbero e dovrebbero integrarsi: questo è il futuro».

s.bartolini

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